Terrorismo. Arrestato Fezzani, reclutatore dell’isis

ROMA – La notizia della cattura del ‘reclutatore dell’Isis in Italia’ sta facendo rapidamente il girio dei media.

Moez Fezzani, uno dei ricercati numero uno delle intelligence di mezzo mondo, e’ stato fermato in Sudan grazie a un mandato di arresto internazionale, spiccato a seguito della condanna definitiva a 5 anni e 8 mesi emessa dalla Procura Generale della Repubblica di Milano per associazione a delinquere con finalita’ di terrorismo. Fezzani, di origine tunisina, anche conosciuto come Abu Nassim, e’ stato membro dal 1997 al 2001 di una cellula del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento con base a Milano. Lo riferiscono alcuni rapporti forniti all’agenzia Dire dal portale di analisi ‘Lookout News’. Negli ultimi dodici mesi, Fezzani operava attraverso la cosiddetta “cupola tunisina”, una rete di contatti sparsi tra la Libia e la Tunisia, ma il cui centro convergeva nel gruppo Stato islamico.

Secondo ‘Lookout’, la conferma di questo arriva da una “lista di nomi trovata da combattenti libici entrati a inizio settembre nella roccaforte jihadista. Lista in cui erano presenti anche i nomi di Essid Sami Ben Khemais e Bouchoucha Moktar, anch’essi ricercati perche’ accusati di reclutare jihadisti da inviare nel nostro Paese e nel resto d’Europa”, spiega ancora il portale di analisi. Gli investigatori avevano motivo di credere che Fezzani si trovasse ancora a Sirte. Questo perche’ ad agosto era circolata la notizia secondo cui era stato catturato. A metterla in circolazione, le forze libiche di Zintan. Ma la smentita era giunta quasi subito. L’arresto in Sudan ha dimostrato che Fezzani non faceva parte dei combattenti che tutt’oggi a Sirte si battono per il Califfo contro l’esercito di Misurata fedele al governo di Unita’ nazionale di Fayez Serraj. Prima di unirsi alle file di Daesh in Libia, Abu Nassim ha alle spalle una carriera di tutto rispetto: ha iniziato a muovere i primi passi con Al-Qaeda, poi e’ passato ad Ansar Al-Sharia, e solo dopo e’ approdato al califfato. E non era nuovo alle forze dell’ordine: “arrestato in passato dagli americani- aggiunge ‘Lookout’- e’ stato processato a Milano. Assolto, e’ stato espulso e ha fatto quindi ritorno in Libia. Sarebbe stato poi in contatto con il gruppo che ha rapito quattro tecnici della societa’ italiana Bonatti nel luglio del 2015, due dei quali sarebbero poi morti nel blitz effettuato nel marzo del 2016 per liberarli. Nassim era inoltre considerato dalle autorita’ tunisine la mente dell’assalto jihadista alla citta’ tunisina di Ben Guerdane al confine con la Libia, effettuato nel marzo scorso e in cui vennero uccise oltre 50 persone”. (Alf/Dire) 17:44 14-11-16 NNNN

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