Strage Berlino, si indaga nella vita di Amri

MILANO – Dove era diretto e che intenzioni aveva. Sono gli interrogativi a cui cercano risposta gli investigatori passando al setaccio la vita del 24enne Anis Amri, il terrorista di Berlino freddato alle porte di Milano.

Ieri, in Tunisia, in manette è finito il nipote, che ha confessato di essere stato radicalizzato dallo zio. Oggi a Sulmona, in Abruzzo, si terranno i funerali di Fabrizia di Lorenzo, la giovane italiana vittima dell’attentato terroristico al mercatino di Natale tedesco.

Intanto nel capoluogo lombardo i carabinieri incentivano i controlli: il livello di sorveglianza, già elevato, è stato ulteriormente intensificato in questi giorni di festa, e “alla luce di quanto accaduto a Berlino”, spiegano dal comando provinciale dell’Arma, “è assicurato il controllo dei mezzi pesanti in circolazione.Obiettivo è ora capire come e perché il tunisino sia arrivato in Italia, confermare o escludere l’appoggio di altre persone nella sua fuga terminata con la morte, se si trovasse a Sesto San Giovanni per restare, o di passaggio per raggiungere altri luoghi. Come destinazione finale si pensa al sud Italia, Sicilia e Calabria dove l’uomo ha vissuto, o alla Siria attraverso i Balcani: dalla stazione di piazza I Maggio, dove Amri è stato bloccato e ucciso, partono i bus verso il meridione e l’Europa dell’Est. Quasi trecento i treni che partono ogni giorno dalla stazione ferroviaria di Sesto per tutta la Lombardia e la Svizzera.Con sé aveva uno zaino: dentro un biglietto di un treno francese, prodotti per l’igiene del corpo, un coltellino e qualche centinaio di euro. Nessun documento, però, che potesse ricondurre alla sua identità, né un telefono cellulare. Solo una sim, mai usata. Sulla pistola calibro 22 di fabbricazione tedesca sono invece in corso accertamenti balistici.

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