Moglie sgozzata. Il marito confessa: “Mi derideva e io l’ho uccisa”

SANTA MARIA DI SALA (VENEZIA) – Passeggiava in apparente stato confusionale, sporco di sangue, nell’autostrada A4 all’altezza di Portogruaro in provincia di Venezia, quando è stato fermato da una volante. “Ho ucciso mia moglie”, ha detto agli agenti Franco Manzato, 48 anni., che si è poi scoperto essere un pregiudicato.

E quando la Polizia ha fatto irruzione a casa dell’uomo la macabra scoperta: Elena Para, la moglie 35enne era distesa sul letto priva di vita, probabilmente da qualche giorno. L’omicida l’aveva sgozzata con un coltello da cucina. Manzato. ora si trova in ospedale piantonato e per lui si apriranno le porte del carcere di venezia. Nel frattempo gli inquirenti indagano per capire l’esatta dinamica e il movente dell’efferato delitto sfociato tra le quattro mure domestiche. Per ora l’ipotesi più plausibile sembra sia la gelosia che l’uomo nutriva nei confronti della convivente.

L’omicida confessa

Alla fine Franco Manzato ha confessato: “Mia moglie mi ha fatto capire che voleva scappare, mi derideva e tramava alle mie spalle. Non volevo perdere tutto un’altra volta”. L’omicida lo ha ribadito al pm Viviana Del Tedesco che lo ha sentito insieme agli agenti della Squadra mobile di Udine nell’interrogatorio durato tutta la notte nella sede della Polstrada di Palmanova (Udine). Assistito dal suo avvocato, Maria Rosa Cozza, ha raccontato tutti i dettagli della nottata di follia. Già da qualche tempo Manzato aveva scoperto che la moglie lo tradiva con un gioielliere veneto. In qualche modo aveva tollerato la cosa e le aveva chiesto di lasciare il gioielliere. Venerdì notte ne è nata una nuova discussione. Marito e moglie hanno fatto uso abbondante di cocaina.

Manzato, che ha diversi lividi sul corpo, ha raccontato di essere stato picchiato dalla moglie con una cinghia, effettivamente trovata dagli agenti della Mobile nella camera da letto dell’abitazione. Il litigio è poi degenerato dopo una notte insonne. Manzato sostiene di non essere riuscito a sopportare lo scherno della moglie, a cui aveva intestato ogni bene. Non voleva perdere tutto, rimanere di nuovo solo e ripetere l’esperienza già vissuta in passato con la precedente moglie. Ha quindi preso un coltello, ha sfiorato la donna a una spalla, poi l’ha colpita al petto e alla pancia. Infine le ha reciso la gola, fino quasi a decapitarla. Poi ha raccontato di aver tentato il suicidio. Ha lavato il coltello con cui ha sgozzato la moglie, per pulirlo dal suo sangue per poi rivolgerlo contro se stesso. Ma non è riuscito a portare a compimento il gesto, quindi le ha messo l’arma in mano. Ha poi cercato di impiccarsi in cucina, ma non ha trovato una trave adatta. A quel punto ha bevuto grappa e vodka e si è messo alla guida dell’auto, dove è stato trovato con tasso alcolemico superiore a 2, oltre che positivo alla cocaina. Voleva suicidarsi buttandosi dalla scogliera, in una curva a gomito, sulla strada costiera che porta a Trieste. E anche agli agenti che lo hanno interrogato ha ribadito che non uscirà vivo dal carcere, lasciando intendere che tenterà nuovamente il suicidio. Motivo per cui il suo legale ha chiesto che venga guardato a vista.

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