Mozzarelle blu, allarme in Ciociaria. Agricoltori sul piede di guerra

Ancora vivo l’allarme mozzarelle blu in Ciociaria. Un altro latticino pigmentato di blu con le stesse caratteristiche della mozzarella trovata ieri a Frosinone è stato denunciato da un cittadino di Torrice che lo ha acquistato nella stessa catena distributiva. Si tratta di un lotto che ha scadenza 5 gennaio 2012 su cui si sono concentrate le attenzioni degli investigatori della polizia di Frosinone ma che al momento hanno trovato solo due casi di alterazione.

Al momento, non sono stati ancora comunicati gli esiti degli accertamenti da parte delle competenti autorità sanitarie provinciali. Si precisa, inoltre, che le mozzarelle, oggetto di sequestro cautelativo, non risultano essere state né prodotte né confezionate in provincia di Frosinone, ma potrebbero provenire dall’estero. L’alterazione potrebbe essere riconducibile a varie cause, tuttavia la Polizia di Stato invita i consumatori a controllare bene sia la data di scadenza sia l’aspetto esteriore del formaggio e, in caso di sospetto, di contattare il 113.

Intanto gli agricoltori chiedono il tavolo di crisi. “Subito la normativa sulla provenienza dei prodotti e l’istituzione di un tavolo di crisi per gestire questa emergenza. Non possiamo perdere altro tempo. I consumatori chiedono certezze e il nuovo allarme risuonato a Frosinone non puo’ essere lasciato cadere nel vuoto – ha affermato Alessandro Salvadori, presidente della Cia del Lazio – Non vorrei che questi episodi fornissero a qualcuno il pretesto per applicare un unilaterale deprezzamento del latte alla stalla”.

“Sarebbe una misura scellerata – continua Salvadori – e dagli esiti infausti per le migliaia di piccole aziende di allevamento ciociare e pontine che, sebbene piegate dalla crisi, continuano ad assicurare qualità e sicurezza dei prodotti. Chiediamo alle autorita’ sanitarie e istituzionali l’apertura immediata di un tavolo di crisi per gestire questi nuovi allarmi”.

“Voglio invitare i consumatori – aggiunge Ettore Togneri, vicepresidente vicario della Cia di Frosinone – ad acquistare abitualmente prodotti del nostro territorio, che rispondono ad elevatissimi criteri di sicurezza alimentare”.

 

I CONSIGLI DELLA COLDIRETTI

Consistenza elastica, superficie esterna liscia, colore bianco ma non traslucido, fuoriuscita di acqua con occhiatura (il particolare siero che indica un prodotto caseario di qualita’) e prezzo di vendita non inferiore agli otto euro al chilo. Sono queste le cinque le regole d’oro per scegliere una mozzarella di qualita’ secondo Coldiretti di Frosinone, che chiede chiarezza sul sequestro di latticini distribuiti da un nota industria casearia e in vendita presso un grande supermercato del capoluogo ciociaro. “Le frodi e le sofisticazioni alimentari mettono a rischio il futuro di un settore simbolo dell’agricoltura per colpa di operatori senza scrupoli che non rispettano norme e regole- spiega il direttore  della Coldiretti Frosinone  Paolo De Cesare- si approfitta della buona fede dei consumatori che, non solo devono essere rispettati ma vanno tutelati”.

“L’appello che rivolgiamo ai cittadini-consumatori, oltre a quello di segnalare ogni eventuale problema e’ quello di privilegiare, per quanto possibile, prodotti locali, realizzati da imprese che hanno scommesso sulla qualita’ e sulla rintracciabilita’ delle proprie produzioni” conclude il direttore dell’associazione degli agricoltori di Frosinone.

 

UN BATTERIO DIFFICILE DA DEBELLARE

La causa delle alterazioni di colore della superficie delle mozzarelle è la presenza di un microrganismo chiamato Pseudomonas e in particolare allo Pseudomonas fluorescens, in grado di produrre pigmenti colorati. L’estate è tornata, le temperature, che favoriscono la proliferazione dei microrganismi, sono aumentate e il problema evidentemente si ripresenta. La buona notizia è che lo Pseudomonas fluorescens, per quanto provochi una tinta impressionante, non è un microrganismo pericoloso per l’uomo. È presente un po’ dappertutto e resiste facilmente alle basse temperature. Dal punto di vista legislativo non esistono norme che prevedano un limite per la presenza di Pseudomonas negli alimenti. Per quanto riguarda la fonte di contaminazione, si ipotizza che possa arrivare alla mozzarella nella fase produttiva, tramite l’acqua con cui viene raffreddata la pasta fi lata, nel contesto di impianti di lavorazione non puliti correttamente, così che si forma un biofilm, cioè una pellicola di microrganismi, difficile da eliminare. Quindi, più che per la pericolosità del microrganismo in sé, la presenza di Pseudomonas è preoccupante perché denota una non corretta igiene degli impianti e del processo di lavorazione, il che potrebbe aumentare il rischio di altre contaminazioni, anche più rischiose.
Il problema della presenza di questo batterio, ad oggi, è stato riscontrato non solo su mozzarelle ma anche su altre tipologie di formaggi che, in alcuni casi, hanno presentato colorazioni anomale, comprendenti anche il rosso.

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