Secondo giorno di visita in Terra Santa per Papa Francesco

ROMA – Dopo la prima tappa in Giordania, ad Amman, nella giornata di ieri, il Papa continua la sua visita in Terra Santa. In mattinata infatti si è recato a Betlemme. Il Papa è stato ricevuto dal presidente dello Stato di Palestina Abu Mazen nel Palazzo presidenziale a Betlemme, dove si è svolta la cerimonia di benvenuto.

Queste sono le parole del Pontefice durante il discorso nel Palazzo: “Il Medio Oriente da decenni vive le drammatiche conseguenze del protrarsi di un conflitto che ha prodotto tante ferite difficili da rimarginare e, anche quando fortunatamente non divampa la violenza, l’incertezza della situazione e l’incomprensione tra le parti producono insicurezza, diritti negati, isolamento ed esodo di intere comunità, divisioni, carenze e sofferenze di ogni tipo”. Nel manifestare la mia vicinanza a quanti soffrono maggiormente le conseguenze di tale conflitto, vorrei dire dal profondo del mio cuore che è ora di porre fine a questa situazione, che diventa sempre più inaccettabile, e ciò per il bene di tutti”, ha proseguito. “Si raddoppino dunque gli sforzi e le iniziative volte a creare le condizioni di una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza”. È giunto il momento per tutti – ha aggiunto – di avere il coraggio della generosità e della creatività al servizio del bene, il coraggio della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”. Abu Mazen risponde così all’appello del Papa: “Unica via di uscita in questa terra è la convivenza. Gerusalemme deve essere sempre la capitale delle tre religioni monoteistiche; là devono convivere cristiani, musulmani e anche ebrei”.

Oltre al presidente il papa ha incontrato le autorità palestinesi come il capo negoziatore dell’Olp Saeb Erekat, Hanan Hashrawi, sempre dell’Olp e il premier palestinese Rami Hamdallah. Ad attenderlo erano soprattutto molti fedeli, di diverse etnie, riuniti nella Piazza della Mangiatoia che hanno accolto il Papa, arrivato su una jeep scoperta, con grande affetto ed entusiasmo. Qui  ha celebrato la Santa Messa, terminata con l’invito del Papa ai due presidenti Abu Mazen e Shimon Peres di andare in Vaticano per pregare per la pace. I presidenti  hanno subito accolto l’invito e forse presto si recheranno a Roma. Poi ha pranzato con le famiglie della Palestina al Convento francescano di Casa Nova a Betlemme. Dopo è stata la volta della visita privata alla grotta della Natività. Prima di lasciare Betlemme, il papa ha visitato i bambini palestinesi dei campi profughi di Dheisheh. È stato un incontro toccante, i bambini hanno denunciato la loro drammatica condizione di vita.

Nel pomeriggio Bergoglio ha lasciato Betlemme alla volta di Tel Aviv, dove è stato accolto dal presidente israeliano Shimon Peres e dal premier Benjamin Netanyahu. Anche qui si è svolta una cerimonia e il Pontefice ha ribadito quanto già detto a Betlemme sulla pace tra Israele Palestina:” Lo Stato d’Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E il popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente”.

Continua il suo pellegrinaggio, in queste ore è appena giunto infatti a Gerusalemme. Ha visitato, insieme al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo  il Santo Sepolcro, dove venne deposto il corpo di Gesù. Esattamente 50 anni fa ci fu  il primo e storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora. È stato un incontro che ha cancellato le divergenze fra le due Chiese.

La sua visita in Terra Santa si concluderà domani.

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