Squinzi. Imprenditori corrotti non possono stare con noi

MILANO – “Gli imprenditori corrotti  non possono stare tra noi. Questo deve essere chiaro. Siamo noi i primi a essere danneggiati”. Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento all’assemblea di Assolombarda.

Squinzi ha sottolineato: «non ci interessa sapere se gli imprenditori che corrompono lo fanno perché obbligati o per vero e proprio spirito doloso». Secondo il numero uno di Confindustria, per combattere la corruzione bisogna «ridurre seriamente i costi di funzionamento della burocrazia», perché è proprio la burocrazia che «fa prosperare la corruzione, l’evasione e il malaffare». «Noi lavoriamo nelle regole – ha continuato Squinzi – e le rispettiamo e chi non lo fa deve stare fuori da casa nostra. Noi un vogliamo un paese efficiente e trasparente».

Alle parole di Squinzi fanno eco quelle di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia: “Bene Squinzi che alza una diga contro corrotti e corruttori. Il Presidente di Confindustria ha ragione quando sostiene che i primi ad esser danneggiati sono gli imprenditori onesti che rispettano le regole. Se l`associazione degli industriali italiani comincerà a isolare chi paga le mazzette darà al Paese un messaggio forte di affidabilità e legalità. E` giusto invocare le riforme e una pubblica amministrazione più efficiente e trasparente ma contro i corrotti serve anche una sanzione sociale, come fa Confindustria Sicilia nei confronti di chi paga il pizzo”. Sul tema della corruzione interviene anche Corrado Passera: “I corrotti non devono solo essere presi a calci: devono andare in galera punto e basta. Le procedure per gli appalti vanno semplificate: è inverosimile – ha concluso Passera – che esistano 30 mila enti in grado di appaltare opere. Inoltre vanno cambiate le regole: le offerte al massimo ribasso sono un’autostrada per l’arrivo della criminalità».

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