Tratta essere umani: ragazze avviate alla prostituzione con riti voodoo

BARI  –  Grace è una ragazza nigeriana fuggita dal suo Paese, assoggettata con un rito voodoo e avviata alla prostituzione quando era ancora minorenne.

E’ grazie ad un sacerdote che la giovane vittima ha raccontato la sua storia alla polizia consentendo di sgominare nel barese una cellula di una organizzazione specializzata nella tratta di esseri umani da Nigeria e Libia. In manette sono finiti quattro connazionali della ragazza, tutti richiedenti asilo e incensurati che gestivano e sfruttavano giovani immigrate: sono una donna di 30 anni, Joy Jhon, la ‘maman’, il suo compagno, Nosa Amen, di 27, Sylvester Imadi, di 24, e Confidence Ogbeide Oriaifo, di 25. 

I quattro nigeriani sono accusati di riduzione in schiavitù, ingresso e permanenza illegale in Italia, aggravato dalla transnazionalità, e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il sacerdote, ora in servizio a Bari, ha tolto Grace dalla strada. Con altre quattro giovani fatte arrivare in Italia con la promessa di una vita migliore, era costretta a prostituirsi lungo la strada che collega Rutigliano a Conversano: ciascuna di loro fruttava almeno 800 euro a settimana alla maman. Tramite una sua parente, Joy Jhon reclutava le ragazze in villaggi nigeriani. Una volta scelte e convinte a partire con la promessa di fuggire dalla miseria, le giovani venivano assoggettate con un rito voodoo e poi avviate alla prostituzione ancora prima della traversata verso l’Europa. Dopo un viaggio durato tre mesi, Grace, un’altra ragazza e due dei loro aguzzini hanno affrontato il mare verso l’Italia. Soccorsi durante la traversata sono stati portati in un centro di accoglienza in Italia, dove le donne sono state separate dagli uomini. Qui le ragazze avrebbero potuto tentare di sfuggire all’organizzazione, ma non ci sono riuscite perchè vincolate e sottomesse psicologimente col rito voodoo. Il racconto di Grace ha consentito alla polizia di indagare in tempi rapidi, e di liberare anche alcune delle altre ragazze. Il gruppo funzionava quasi come una agenzia di servizi: c’era chi portava alle giovani il cibo, chi le accompagnava, chi dava loro consigli per attirare clienti, chi comprava per loro l’abbigliamento adatto. 

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