Banche. Pensionato si suicida dopo aver perso 110 mila euro

ROMA – Si e’ tolto la vita un pensionato di Civitavecchia, dopo aver perso tutti i suoi risparmi, 110 mila euro, affidati alla Banca Etruria, una delle quattro banche oggetto del salvataggio operato con il decreto salva-banche.

Lo riporta Etruria News, precisando che l’uomo, Luigino D’Angelo, 68enne, si e’ impiccato con una corda al balcone di casa. Il suicidio e’ avvenuto il 28 novembre ma solo oggi i familiari hanno ritrovato nel computer la lettera con cui l’uomo ha spiegato il suo gesto. 

Secondo Etruria News, il pensionato, ex dipendente dell’Enel, ha raccontato il suo calvario nella lettera lasciata nel computer. Ha descritto i tentativi fatti per rientrare in possesso del suo capitale,  dopo che la banca ha cambiato da basso rischio ad altissimo il suo profilo di investimento. Ma il colpo di grazia e’ arrivato con il decreto “salva-banche” che ha azzerato tutte le sue azioni e obbligazioni. Correntista da oltre 50 anni presso la filiale di Civitavecchia della Banca Etruria, il pensionato si era rivolto a diversi persone, a partire dai responsabili della banca ma senza ottenere risultati. Della tragedia si sono interessate anche le associazioni dei Consumatori Adusbef e Federconsumatori, chiedendo al procuratore di Civitavecchia di aprire un’indagine “per istigazione al suicidio e per verificare se il decreto di Bankitalia adottato dal governo sulla risoluzione delle quattro banche sia compatibile con le norme penali e con la Costituzione che all’articolo 47 tutela il risparmio”. 

“Chiediamo alla Procura di Civitavecchia di aprire una indagine sulla base dell’art. 580 del Codice Penale, volta ad accertare eventuali responsabilita’ di terzi nel suicidio del pensionato – afferma il presidente Carlo Rienzi del Codacons. – In particolare vogliamo sapere se eventuali comportamenti di organi pubblici o soggetti privati abbiano potuto in quale modo contribuire al tragico gesto, spingendo l’uomo alla disperazione e quindi al suicidio“. L’art. 580 del Codice penale afferma infatti: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, e’ punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni”. “Si tratta di un episodio gravissimo, e il rischio maggiore e’ quello dell’emulazione – prosegue Rienzi – Per tale motivo e’ importante ricordare a chi in questi giorni ha perso tutti i risparmi a causa del salvataggio delle 4 banche, che non tutto e’ perduto, e che esistono azioni legali come quella avviata dal Codacons che mirano al recupero integrale degli investimenti”. 

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