Bari, usuraio in manette. Chiedeva oltre il 120% di interessi

BARI – I carabinieri della stazione di Gravina in Puglia (Bari), lo scorso fine settimana hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di usura, estorsione e lesioni personali aggravate, emessa dall’ufficio del gip di Bari Giulia Romanazzi, richiesta dal pm Livia Giorgio – nei confronti di un cittadino gravinese, 51enne, pregiudicato. 

Con l’esecuzione di questa ordinanza i carabinieri hanno messo fine ad una drammatica vicenda cui era rimasto vittima un artigiano della cittadina. Nel corso dell’anno 2013, trovatosi in difficoltà economiche, il piccolo imprenditore, che non era riuscito ad ottenere un credito dai canali legalizzati, si era trovato costretto a chiedere un prestito di 7 mila euro ad un usuraio del paese. Ma quello che era sembrata una boccata d’ossigeno col passare del tempo si era rivelata, come spesso accade in queste occasioni, un vero capestro. Dopo la restituzione del capitale, si erano aggiunti interessi per oltre 13mila euro che erano stati pagati parte con danaro e parte con servizi resi dall’artigiano all’usuraio. Ciò non era però bastato e la pretesa era che il debitore avrebbe dovuto saldare altri 20 mila euro a titolo di interessi maturati ancora sull’originario prestito. A quel punto le sue invocazioni di soprassedere a quelle ulteriori richieste caddero nel vuoto, mentre lo strozzino passava alle vie di fatto con una manifestazione di inaudita violenza, picchiandolo e provocandogli lesioni al volto guaribili in 10 giorni.

La consapevolezza di essere oramai in un vicolo cieco e la fiducia riposta nelle forze dell’ordine e nella magistratura persuadeva l’artigiano a rompere gli indugi e a denunciare le vessazioni cui era sottoposto. La conseguente rapida attività investigativa condotta dai carabinieri di Gravina in Puglia, coordinati dal sostituto procuratore Livia Giorgio, che ha portato anche al sequestro di documentazione dalla quale si evinceva come la vittima del prestito avesse in effetti pagato interessi usurari finanche superiori al 120%, rendeva possibile l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere in capo all’usuraio che dovrà rispondere anche del grave delitto di estorsione.

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