Dopo il fallimento degli incontri del G7 a Roma a proposito delle emissioni di CO2, è sempre più difficile capire chi rispetterà gli impegni presi a Parigi.
Almeno apparentemente, Jacques Prévert, Alex Baroni e la tragedia del Titanic non hanno nulla in comune, se non il fatto di costituire quest'anno altrettanti anniversari.
Steno, al secolo Stefano Vanzina, lo scorso 19 gennaio avrebbe compiuto cento anni. Se ne è andato, invece, a soli settantuno anni, il 13 marzo 1988, lasciando un vuoto che nessuno ha ancora colmato nel variegato universo della commedia all'italiana.
Quanti errori, povero Mancini! Se ne è andato quindici anni fa e merita comunque di essere ricordato con stima e rispetto; fatto sta che Giacomo Mancini, socialista a ventiquattro carati, per due anni segretario nazionale del PSI e ministro in alcune delle migliori esperienze di governo del nostro Paese, visse ottantacinque anni, si batté fino all'ultimo per i suoi ideali e commise, come tutti, molti sbagli, nel suo caso resi più gravi dal fatto di essere stato per parecchio tempo un protagonista della vita politica italiana.
Il governo italiano (era il secondo governo Berlusconi, se non ricordo male, dopo la seconda vittoria del centro-destra nel 2001 seguita a quella del 1994) ha dovuto riconoscere i propri torti di fronte alla Corte europea di Strasburgo che ha esaminato quello che è accaduto nella caserma di Bolzaneto presso Genova il 21-22 luglio del 2001 nei confronti di sei cittadini, picchiati e torturati dalle nostre forze dell’ordine.
Mi rendo conto che non sia il momento più adatto per occuparsi di politica interna; oltretutto, in questa fase, ho deciso di ridurre al minimo i miei interventi in tal senso, proprio per evitare di alimentare il fastidioso chiacchiericcio che purtroppo caratterizza questa stagione d'attesa. Fatto sta che oggi si riunisce a Ivrea quel bizzarro soggetto politico che è il M5S, ufficialmente per rendere omaggio alla memoria di Gianroberto Casaleggio, scomparso un anno fa, molto probabilmente anche per accreditarsi agli occhi di un certo mondo del potere, quello vero, che fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile ritrovare al cospetto di una compagine nata con il preciso obiettivo di smantellare i poteri forti e di sovvertire l'ordine costituito.
Il "Secolo breve" di cui parlava Hobsbawm nella sua monumentale opera nacque e morì a Sarajevo. Iniziò nei Balcani il 28 giugno 1914, con l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e di sua moglie ad opera di un giovane irredentista serbo di nome Gavrilo Princip, e finì a Sarajevo con l'assedio e la conseguente distruzione di una città che è sempre stata il crocevia di razze, etnie, religioni, culture, aspirazioni e speranze eterogenee.
Il Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti ha recentemente approvato all'unanimità l'ordine del giorno di cui sono stata prima firmataria che segnalava al legislatore il vuoto normativo relativo alla professione di ufficio stampa privato.
Ad uccidere questi cetacei sono rimasti solo pochi paesi: Danimarca (Isole Faroer), Santa Lucia e S.Vincent, Grenadine, Islanda, Norvegia e Giappone.
ROMA - Controverso e spigoloso Evtušenko, lineare e quasi fanciullesco Molnár. Il primo lo abbiamo salutato ieri all'età di ottantaquattro anni, il secondo ci ha lasciato esattamente sessantacinque anni fa, il 2 aprile del '52, all'età di settantaquattro.