Lavoro, sindacati contro il premier. Renzi prima spieghi cos’è il job act

ROMA – Disoccupazione e precarietà, gli spettri del Paese, sono in cima alla lista delle cose su cui devono lavorare Renzi e i ministri del suo governo. Nel dibattito politico degli ultimi giorni si è assistito ad uno scontro sempre più teso tra quest’ultimo e i sindacati, Cgil in testa.

Il premier Matteo Renzi, ospite di Fazio a Che tempo che fa, ha annunciato che ascolterà tutti “ma sappiamo cosa fare e decideremo per le famiglie, non per le parti sociali”. Poi sul tema dei sussidi di disoccupazione, legati alla ricerca attiva di posti di lavoro, ha aggiunto: “Su questo avremo i sindacati contro. Ma ce ne faremo una ragione”. Oggi i sindacati rispondono al presidente del Consiglio. Susanna Camusso, leader della Cgil, senza giri di parole grida allo sciopero generale: “Se non ci ascoltano, se le richieste avanzate dal sindacato su lavoro e fisco non saranno accolte e si andrà in direzione contraria, siamo pronti alla mobilitazione”. Per poi aggiungere: “Renzi deve ancora spiegare cos’è il job act”. Secondo il sindacato di Corso d’Italia le priorità per il Paese sono : il lavoro da creare attraverso l’avvio di una politica economica che preveda investimenti pubblici e privati; un intervento sugli ammortizzatori sociali, come sostenuto dal sindacato nella sua proposta di riforma, per estenderli (a partire dalla cassa integrazione) e renderli effettivamente universali; il fisco da riformare destinando l’insieme delle risorse disponibili al lavoro e alle pensioni. 

Prende posizione nello scacchiere anche Maurizio Landini, leader della Fiom, che ieri in un lungo scritto pubblicato sulle pagine di Repubblica, chiedeva al nuovo premier un patto per lo sviluppo attraverso finanziamenti agli investimenti a tassi agevolati per le piccole e medie imprese, incentivando la costituzione di reti d’impresa. Oggi invece chiede a Renzi di stare “più attento non alle dinamiche interne alla Cgil ma a quello che fa il governo”.

In difesa della Cgil anche Raffaele Bonanni, segretario della Cisl:  Renzi può fare tutte le scelte, ma la cautela e la sobrietà sono d’obbligo. Se vuole fare le riforme – aggiunge Bonanni intervistato da Radio24- ben venga: io sono stato perseguitato per essere stato un riformista del sindacato. Allora sfidi imprenditori e sindacati sulle riforme, a quel punto si vede la differenza. Non si spari nel mucchio o addirittura si ingaggi una storia con un’organizzazione come la CGIL perché sbaglia, al di là delle posizioni che ciascuno può avere. Sbaglia perché il ruolo che svolge lui non deve portarlo a fare questo”. Intanto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sbarca a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo. E’ la sua prima volta da quando ricopre la carica massima di viale XX settembre.  In vista dell’Ecofin avrà il compito di esporre l’agenda del governo dopo il passaggio da Letta a Renzi. 

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