Alitalia Etihad. Lavoratori ancora a rischio, tra promesse e cigs dietro l’angolo. Vietato intentare cause

 

ROMA – Bisogna chiudere, bisogna chiudere subito! Questo in sintesi la volontà che il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi esprime da giorni. Oggi alle 11 il confronto tra governo, azienda e sindacati doveva chiudersi. Invece, la decisione ultima sarebbe stata rimandata a stasera. Il condizionale è d’obbligo, visto che questa vicenda ha davvero dell’incredibile.

Gli esuberi, ha detto stamane sempre Lupi, si sarebbero ridotti a soli 980. Anche qui usiamo il verbo adatto, considerando che di scritto non c’è nulla a parte la richiesta  di Etihad che vuole il taglio di 2.251 dipendenti. E non finisce qui.  Da una lato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, parla di  un “possibile utilizzo del contratto di ricollocazione che, per la prima volta, potrebbe essere sperimentato nella nostra Regione”, dall’altro la proposta del governo, che guarda caso, adesso propone un breve periodo di Cigs a zero ore per gli esuberi della compagnia aerea. 

E non è tutto. L’azienda avrebbe però avanzato la richiesta che al termine di questo periodo di Cigs ci sia la garanzia dell’avvio delle procedure di mobilità. Sarebbe a dire il licenziamento. Esattamente come accadde nel non lontano 2008. Sarò un caso? Ma non finisce qui. Come riferiscono i sindacati,   l’ostacolo è la richiesta dell’Alitalia che chiede ai lavoratori la rinuncia individuale a intentare cause legali all’azienda. Insomma, ancora una volta i lavoratori ‘beffati’ prima e ‘cazziati’ dopo e pure in silenzio e rassegnazione. Roba da matti.

Nel frattempo la politica scende in campo. I deputati del Pd  Roberta Agostini, Stefano Fassina e Marco Miccoli chiedono al ministro Lupi, a nome del governo, di riferire in Parlamento. Gli esponenti democratici si dicono “convinti che l’accordo Alitalia-Etihad vada sottoscritto, non solo perchè evita il fallimento di Alitalia, ma anche perchè il piano proposto dalla compagnia araba è una prospettiva di rilancio strategica per tutto il sistema del trasporto aereo nazionale e per quello aeroportuale”.

Vero, ma se così fosse non ci sarebbe bisogno di parlare di esuberi e dettare tutte queste condizioni. Non avevamo certo bisogno della Etihad, ma le uniche cose serie  di cui c’era bisogno e non sono mai state affrontate seriamente erano un piano nazionale del trasporto aereo, valido per tutte le compagnie che in Italia hanno fatto la loro base di armamento, incluse soprattutto le low cost e piani industriali credibili concertati soprattutto con gli addetti ai lavori, ovvero quelli che sono sul ‘pezzo’ e non con manager incapaci liquidati con milioni di euro, come la storia purtroppo insegna o con capitani coraggiosi.

Ancora una volta l’Alitalia sarà svenduta i lavoratori andranno a casa il governo metterà la polvere sotto il tappeto e la gente dimenticherà presto. 

 

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