Dopo Alitalia tocca a Meridiana. Oltre la divisa c’è di più

 

La Compagnia aerea annuncia 1600 licenziamenti. Quasi il 70% della forza lavoro

ROMA- Accompagnano i nostri viaggi con la cortesia di chi si adopera per trovare il posto più confortevole, l’ospitalità di chi ci accoglie all’imbarco come fossimo ospiti graditi e la professionalità  di chi ci conduce  a destinazione in sicurezza. Sono uomini e donne, persone e famiglie, professionisti che hanno dedicato la loro vita indossando le ali della propria compagnia. Portandone per il mondo il marchio e la storia. Dipendenti che a breve dovranno restituire il tesserino, la divisa, persone cui è stata tolta la storia, il futuro, e anche la dignità di una professione amata da molti ma poco compresa nei suoi rischi e nella sua complessità. 

Sono i lavoratori del trasporto aereo, piloti, assistenti di volo, personale di terra, sempre più sotto attacco da una crisi di sistema che sta portando l’intero settore al rischio di un tracollo. E’ davvero preoccupante se pensiamo che il trasporto aereo è un asset strategico per il paese che continua a lasciare a terra macerie e disoccupazione.  Alla procedura di licenziamento per oltre mille persone già avviata da Alitalia Cai, si aggiunge la drammatica situazione di Meridiana, la seconda compagnia aerea Italiana, che in questi giorni ha annunciato il licenziamento di 1600 dipendenti tra piloti assistenti di volo e personale di terra.

Un epilogo drammatico caratterizzato da un lungo braccio di ferro tra azienda e una parte dei sindacati, Cgil e Usb in testa, che da anni denunciano il forte dumping  venutosi a creare tra la Compagnia dell’Aga Kahn e la controllata Air Italy su cui è confluita gran parte dell’attività di Meridiana. Un dumping ancora più preoccupante se s’inserisce in un sistema generale che sta sempre più precarizzando il lavoro, in barba alle regole e alle tutele non solo del mondo del lavoro ma anche dello stato stesso, che sempre più spesso paga per un tipo di politica imprenditoriale in cui si socializzano le perdite e si privatizzano i profitti.

Come se il lavoro non fosse un bene comune fondamento di una società civile. Dopo anni di allarme sullo stato del settore e sulla necessità di un piano generale, oggi il ministro Lupi sembra aver dato un’apertura ad un tavolo di confronto con le parti sociali.

Se non sarà solo una vetrina politica, lo si vedrà nei prossimi giorni. E’ chiaro, tuttavia, che non è più possibile ragionare rincorrendo le emergenze, ne tanto meno svendendo le aziende Italiane a “colonizzatori” italiani o stranieri, senza garantire in nessun modo l’occupazione e i diritti.

La storia del trasporto aereo ci ha mostrato il volto oscuro del profitto, le persone trattate come numeri e la professionalità come un ingombro di cui avere pudore. Se la ex Compagnia di Bandiera, nel 2008 aveva dato prova di carenza di umanità, accompagnando alla porta i suoi dipendenti come fossero oggetti indesiderati,  Meridiana fa blindare la sede dell’azienda con lastre di acciaio e filo spinato, come fosse una guerra.

Una guerra in cui non c’è chi vince e chi perde.  Perché davanti  alle macerie lasciate da chi intende speculare sulla vita delle persone, abbiamo perso tutti.

 

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