Industria. Situazione di stallo che non lascia spazio a ottimismi

ROMA – I dati sulla produzione industriale nel nostro Paese diffusi oggi dall’Istat riportano una situazione di stallo: -0,2% rispetto al 2014. Appena +0,6% rispetto a gennaio.

Dati che impongono di metter da parte ogni ottimismo. E’ chiaro come la ripresa sia ancora lontana. Eppure i presupposti per una politica di rilancio ci sono tutti. Mancano solo il coraggio e la volontà. In primo luogo vi è il calo del costo del petrolio, che risulta più che dimezzato. Questo non significa solo un abbassamento del prezzo dei carburanti (tra l’altro ancora insufficiente, come sottolineiamo da tempo), ma comporta anche una forte riduzione dei costi energetici a carico delle imprese.

Inoltre il tasso di cambio con il Dollaro risulta particolarmente favorevole alle nostre esportazioni.  Lo spread Bund – BTP è ai minimi storici.

Con il quantitative easing si avrà un forte sostegno all’export: dato di non poco conto per un paese come il nostro, il cui Pil è prodotto per il 30% proprio dalle esportazioni e che ha un importante settore turistico. L’altro effetto positivo di tale misure è sui tassi d’interesse, che producono un abbassamento, ad esempio, dell’Euribor, determinando sollievo per chi ha le rate del mutuo da pagare e dando respiro, quindi, all’economia.

Sfruttando il livello contenuto dei tassi, inoltre, si avrebbe l’occasione di utilizzare le risorse per effettuare politiche espansive di investimento, che puntino sulla ricerca, sullo sviluppo tecnologico, sulle comunicazioni (banda larga in primis), nonché sulla realizzazione di infrastrutture utili al rilancio ed alla qualificazione dell’offerta turistica.

Non ci sono più scuse. È ora di voltare pagina: il Governo deve aprire gli occhi e avviare immediati provvedimenti in grado di sfruttare questi elementi favorevoli, che offrono un vero e proprio trampolino per il rilancio del sistema economico italiano. Rilanciare gli investimenti per la ripresa significa rilanciare l’occupazione, specialmente quella giovanile in forte crisi. Questo creerà enormi benefici per l’intera economia: un giovane senza lavoro “costa” mediamente 400-450 Euro a famiglia al mese.

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