Portogallo, intesa a sinistra

ROMA – Anto­nio Costa, segre­ta­rio del Par­tido Socia­li­sta ha annun­ciato il rag­giun­gi­mento di un accordo di legi­sla­tura con il Bloco de Esquerda (Be) e il Par­tido Comu­ni­sta Por­tu­guês (Pcp) per la for­ma­zione di un governo sta­bile.

In questo momento non sappiamo ancora se questo accordo produrrà la nascita di un governo di sinistra in Portogallo. Tuttavia – al di là di quello che avverrà – il fatto in sé (cioè il raggiungimento di un accordo di governo) ha una straordinaria importanza.
In primo luogo perché avviene tra forze che, in questi anni, si sono aspramente contrastate. Non parlo solo del contrasto tra partito socialista e Pcp e Be, ma parlo soprattutto del fatto che il Pcp e il Be nonostante vi siano tra di loro differenze rilevantissime, sono stati capaci di far prevalere ciò che li unisce al posto di ciò che li divide (in Italia dovremmo imparare qualcosa a tal proposito). In secondo luogo, se questa alleanza andrà al governo del Portogallo, il governo greco non sarà più solo e potrà far valere con più forza le ragioni del cambiamento.
Infine tutto questo può dare una spinta alla crescita della sinistra in altri paesi – a partire dalla Spagna – che vota tra poche settimane e dare forza alla nuova politica intrapresa da Corbyn in Gran Bretagna. Sarebbe il caso che anche in Italia si desse vita finalmente ad una formazione politica della sinistra e del lavoro la cui necessità è ben più importante del fatto se a Milano piuttosto che a Cagliari si fanno o meno degli accordi per le amministrative.

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