Libertà di espressione. L’anatema di Boldi a un critico online scatena il dibattito

ROMA – Federico Boni è un critico cinematografico che si presenta così: “Federico Boni aka Dr. Apocalypse, laureato in Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma, 30 anni, romano, malato terminale di cinema.

Dal 2005 nella grande famiglia di Cineblog. Siamo cresciuti insieme, maturati entrambi, vinto riconoscimenti e fatto strada nel web. L’obiettivo futuro? Ovvio. Fare sempre meglio”.

Su Cineblog.it,  in merito all’ultimo film di Massimo Boldi “Matrimonio al sud” – che  Dazebao News non ha seguito –  Federico Boni ha scritto, tra l’altro: “Tutto già detto, tutto già visto, tutto già reso ‘comico’. Produttivamente parlando Matrimonio al Sud è uno di quei film che si fanno fatica a capire, perché fuori tempo massimo e ormai lontano mille miglia dai ‘gusti’ cinematografici attuali. Commedie di questo tipo sono già state sviscerate in mille modi, e anche con enorme successo (citofonare Luca Miniero), tanto dall’inculcare nella mente dello spettatore l’eterna e fastidiosa sensazione di deja-vu. A non aiutare persino il cast, che si ricicla continuamente, anno dopo anno, senza mai trovar pace. Massimo Boldi ha girato fino ad oggi 11 film con Enzo Salvi, 6 film con Biagio Izzo e 7 con Paolo Conticini. Persino i fan più accaniti dei 4 faranno fatica a scovare differenze con il passato nelle tutt’altro che sofisticate caratterizzazioni dei personaggi”.

Senza entrare nel merito delle opinioni – qui non conta il valore del film quanto quello della libertà di critica – lasciamo al giudizio dei lettori la risposta di Massimo Boldi indirizzata su twitter ai 478mila seguaci:  “Quando un giovane si considera già un giornalista senza esserlo fa un atto punibile con l’espulsione della categoria. Quando poi si permette di insultare me e il mio lavoro, è da considerare un fallito imbecille e maleducato. Non vai da nessuna parte Federico“.  Massimo Boldi ha inoltre ventilato di adire le vie legali. 

Alcuni follower di Boldi sono intervenuti sulla vicenda, ricordando al comico che il diritto di critica è “sacrosanto”. Lo stesso principio non poteva che sostenere il sindacato dei critici cinematografici italiani, concorda con i critici il SNGCI – l’autorevole sindacato dei giornalisti cinematografici, presieduto dalla giornalista e scrittrice Laura Delli Colli – che invita a focalizzare l’attenzione più in là: “Oltre l’episodio e la solidarietà all’autore dell’articolo il caso per il Sngci richiama urgentemente l’attenzione sul ruolo e sull’identità professionale di chi scrive professionalmente sul web – spesso fuori dagli obblighi deontologici ma anche dalle tutele di un inquadramento contrattuale, in un settore che nell’interesse di chi pubblica i propri articoli ma anche di chi li legge meriterebbe invece, finalmente, pari dignità nelle regole e nei doveri”.

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