Mario Monti salverà l’Italia ma la destra vorrebbe impedirgli di candidarsi come futuro premier

 

Secondo le ultime indiscrezioni il tentativo di formare un nuovo governo di tecnici, sostenuto da una Grossekoalition all’italiana dovrebbe riuscire. Le dichiarazioni di Angelino Alfano (che non ha potuto fare a meno di citare il suo leader Berlusconi, quando sarebbe meglio dimenticarlo in fretta) e di Pierluigi Bersani sembrano sostanzialmente un via libera al tentativo del “governo del Presidente”.

Ma questa destra impresentabile in qualsiasi altro sistema politico al di fuori di quello italiano non smette di stupirci con effetti speciali. Già da 48 ore si odono gli strepiti, oggi acuiti dalla voce stizzosa del Capezzone di turno, del tutto incomprensibili in base ai quali si dovrebbe porre un divieto per Mario Monti di prospettarsi come il futuro leader del centro-sinistra, magari in un’alleanza strategica con il terzo polo. Ad una dichiarazione in tal senso del finiano Bocchino, Capezzone ha risposto a muro duro, asserendo che, in questo modo, lo stesso tentativo di Monti sarebbe saltato.

Risulta difficile, quasi impossibile comprendere la stizza di questa destra impresentabile verso una futura candidatura di Mario Monti a premier. Se dovesse riuscire a salvare l’Italia, laddove il terribile tandem Berlusconi-Tremonti ha fallito, perché non dovrebbe pensare di presentarsi agli elettori per essere legittimato a governare per altri cinque anni? In base a quale disposizione di legge si dovrebbe vietare ad un individuo di esercitare il suo diritto elettorale passivo? Semmai, il divieto doveva essere posto a suo tempo a Silvio Berlusconi il quale, come prevede una legge del 1957, non poteva assumere incarichi di governo per incompatibilità con le sue concessioni televisive.

L’esperienza italiana dimostra come una categoria di economisti “civil servant”  come Carlo Azeglio Ciampi, Beniamino Andreatta, Romano Prodi, Guido Carli siano stati ottimi premier o ministri economici, grazie alla loro competenza specifica e al loro spirito di servizio, del tutto disinteressato; tutto il contrario, insomma, di Silvio Berlusconi. D’altronde, noi riteniamo che se è stato possibile avere un premier come il magnate di Arcore, a nessuno mai potrà venire in mente di porre limitazioni a qualsiasi altra persona. Perché con lui abbiamo toccato veramente il fondo.

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