Se il comandante della Costa crociere era un onorevole deputato

 

Non abbiamo sentito alcun grido di allarme contro le “procure ad personam” nel caso della carcerazione de comandante della Costa crociere Francesco Schettino. Eppure quest’ultimo è stato rinchiuso nel carcere di Grosseto dopo appena 24 ore dal terribile naufragio del quale dovrà pagare le colpe, per essere stato il responsabile di una manovra azzardata e folle. Ma, allo stato, non è stato ancora né giudicato né tantomeno condannato da alcun giudice di tribunale.

Come mai, tutto questo silenzio fra le labbra dei loquaci esponenti del partito berlusconiano e di Berlusconi in persona? Il quale, soltanto quattro giorni fa, subito dopo la “assoluzione” di Nicola Cosentino da parte della Camera dei deputati, disse testualmente: “Sono contrario alla carcerazione di una persona che non ha ancora subito un processo”. Ma, allora, perché nessun autorevole esponente del Pdl, magari Capezzone o Cicchitto, si sono fatti intervistare da qualche fidato portamicrofoni televisivo per denunciare “l’uso perfido della giustizia, che individua il colpevole di un disastro drammatico prima ancora di aver svolto indagini e di averlo giudicato in tribunale”, ovvero “la volontà di colpire settori sani dell’imprenditoria marinaresca, attribuendo apoditticamente la colpa di un terribile evento al comandante della nave soltanto perché il più alto in carica e soltanto perché, nel momento del naufragio, si era messo in sicurezza con le sue gambe”, sottolineando la “terribile gogna mediatica cui il comandante Schettino è stato sottoposto in questi giorni, senza alcun ritegno nei confronti del principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”.

Nelle carte che raccontano il disastro, avrebbero dovuto asserire Bossi e i suoi pretoriani, “non c’è  nulla”, è un attacco mirato agli interessi di imprenditori del Nord che già sono colpiti pesantemente dalla crisi economica e dall’esistenza ancora in vita dei meridionali. Poi, l’Umberto lascia libertà di pensare ai suoi militanti, visto anche che il comandante Schettino è un “terùn” di Castellammare di Stabia.

Il silenzio continua assordante. Come se i berlusconiani non avessero assistito in diretta a questo naufragio e non leggessero i giornali. Schettino si merita la galera preventiva, evidentemente. Purtroppo per lui, non è un “onorevole”.

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