Immigrazione. Rompere il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro

ROMA – Come se non dovessimo preoccuparci della campagna di disumanizzazione, messa in opera da parte del Governo italiano e dell’Unione Europea con la complicità di certi organi di informazione, ecco che parte l’operazione di deportazione di oltre 400 mila esseri umani colpevoli di avere lo status di migranti. 

Questa operazione ‘ad intensità graduale crescente’ utilizzala Direttiva europea 2008/115/CE relativa ai rimpatri ed è accompagnata da una campagna di denigrazione con derive razziste da parte della UE ed i suoi 28 membri. Per noi  si apre la prospettiva di una vasta campagna contro tutte le compagnie aeree, agenzie e paesi che daranno il loro appoggio a questo atto di decadenza culturale contro i migranti. 

La crisi dell’Unione Europea, infatti, non è soltanto economica è soprattutto una crisi culturale rispetto a valori come la solidarietà e la libertà in una prospettiva di giustizia sociale. Questa crisi ha portato l’Ue a stanziare nel 2015 114 milioni per l’agenzia Frontex, una macchina da guerra che ha i suoi uffici anche in Italia, con lo scopo illusorio e ingannevole di fermare l’arrivo delle persone che scappano dalla morte.

La verità è che il Presidente del Consiglio Renzi ha fatto sua la politica dei muri, già cavallo di battaglia dei vari Nicolas Zarkozy e Viktor Orbán. Un atteggiamento pericoloso, che potrebbe legittimare una vera ‘caccia al diverso. Anziché fare le deportazioni vi è una soluzione alternativa, che proponiamo di condividere con i movimenti e le forze sociali, e consiste nella regolarizzazione dei migranti e la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Ovviamente tenendo al centro il No alle guerre e la chiusura dei CIE, che sono delle prigioni etniche. Queste vertenze caratterizzeranno la Settimana Nazionale di Azioni che coinvolgerà numerose città italiane fra cui Roma, Torino, Vicenza, Schio, Venosa, Milano, Napoli, Genova, ed altre.

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