Maria Grazia Capulli. Ci ha lasciato una bella persona

ROMA – Maria Grazia Capulli, familiare volto televisivo, non c’è più. Originaria di Camerino, nelle Marche, si era laureata in Storia della Lingua Italiana all’Università di Macerata, poi aveva iniziato la carriera giornalistica collaborando con l’edizione locale del Messaggero e con il Corriere Adriatico. Assunta in Rai alla fine degli anni Ottanta, passata al Tg2 nel 1996 sotto la direzione di Mimun.

Conduttrice del TG2, aveva curato le rubriche culturali del TG2 (TG2 Neon Libri, Achab Libri) e condotto TG2 Costume e Società e TG2 Salute. La Capulli aveva seguito più volte da inviata il festival di Sanremo, celebre l’intervista che lei fece a Piero Chiambretti, allora conduttore del festival, il quale per scherzo le diede un bacio. 

E’ strano pensare che qualcuno che hai sentito fino a  poco tempo fa, che consideravi giovane perché non dimostrava per niente gli anni, qualcuno che ha postato fino all’ultimo i suoi pensieri su facebook, non ci sia da adesso in poi. Si stenta a crederci. Maria Grazia Capulli, il giorno prima di andarsene era stata in redazione. Credevo capitasse di rivederci, magari alla mostra del cinema di Venezia. Possibile? Troppo bella, troppo giovane o giovanile, sembra persino ingiusto. Perché? La dipartita di una persona può colpirci nell’incredulità, tanto più se era un’amica dai tempi più lontani. 

Appariva sul piccolo schermo fine, bionda, mite: come nella realtà. Si stenta a credere avesse cinquantacinque anni, dimostrava come minimo dieci anni di meno, Eppure da molto una malattia insidiosa le aveva tolto la serenità. Era stata persino in Svizzera, da un nutrizionista del quale aveva grandissima stima. Sensibile, scrupolosa, lavorava con grande lena. Il lavoro per lei, che non aveva avuto figli e che, pur bellissima e con uno stuolo di fan, non aveva ancora trovato la persona giusta, era la sua famiglia. Sembrava indistruttibile e non si lamentava della sua condizione, anche se – mi disse – “non so se sono definitivamente guarita”. 

Un saluto Maria Grazia, la vita bisogna viverla come te: come fosse sempre il nostro ultimo giorno.

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