Def. Buona Università. Rischio indebitamento studentesco e chiusura atenei

Il  Documento di Economia e Finanza parla chiaro: l’aumento della quota  premiale fino al 30% ed il rafforzamento dello strumento del Prestito  d’Onore sono tra i principali obiettivi che il Governo vuole raggiungere  nel 2015 con la sua “Buona Università”. 

ROMA – “L’incremento della quota premiale al 30% incentiverà la competizione tra gli atenei per accaparrarsi le poche briciole che restano dell’investimento statale. Una precisa scelta politica- dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK-Coordinamento Universitario- che esaspera le disparità tra gli atenei per abbandonare definitivamente quelli attualmente considerati meno virtuosi sulla strada della chiusura, lasciando intere regioni, soprattutto al meridione, senza un’Università di qualità a trainare lo sviluppo sociale ed economico del territorio”

Il Governo sembra inoltre aver cara l’implementazione del “Prestito d’Onore”, lo strumento che negli Stati Uniti ha portato ad un indebitamento complessivo degli studenti di oltre 1000 miliardi di dollari ma che le nostre istituzioni continuano ad elogiare ciecamente.

Il prestito d’onore non è uno strumento adeguato a garantire il Diritto allo Studio e aumentrare le immatricolazioni- continua Campailla di LINK- poiché rende l’Università accessibile solo a chi è disposto ad indebitarsi o ha una buona condizione economica di partenza. Introdurre il Prestito d’Onore, rinunciando a finanziare adeguatamente il DSU significa condannare un’intera generazione a scegliere tra l’indebitamento a vita e l’esclusione dai processi di formazione”

Cogliamo anche, all’interno del DEF, la volontà di definire i Livelli Essenziali delle Prestazioni, per individuare dei parametri standard di diritto allo studio da garantire in tutto il territorio italiano, oggi schiacciato nelle disparità tra le Regioni.

“Sono anni che i vari governi rimandano l’approvazione dei LEP, lo stesso ministro Giannini ha promesso al CNSU l’attivazione di un tavolo con rappresentanze studentesche e Regioni e pare essersene subito dimenticata. Siamo stufi dei falsi proclami, ormai utili soltanto a rimandare le discussioni e le assunzioni di responsabilità da parte del Governo. Chiediamo che sia convocato immediatamente il tavolo ministeriale – conclude Campailla- per una riforma in senso estensivo dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, senza utilizzare la retorica del merito per escludere gli studenti da questo diritto e senza prescindere da un immediato aumento delle risorse pubbliche destinate alle borse di studio, tra le più basse d’Europa”. Insomma, sono queste le linee guida del Governo sulla Buona Università si parte col piede sbagliato.


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