Crisi. Caritas, 4 milioni in povertà assoluta

ROMA – “Mi si permetta di ricordare alcuni dati che descrivono una certa realtà che non deve diventare invisibile agli occhi di nessuno: cifre che aiutano la percezione delle cose e la direzione dell’impegno.

Gli ultimi dati Istat confermano che oltre quattro milioni di persone nel nostro Paese vivono in condizione di povertà assoluta. L’ultimo rilevamento della nostra Caritas, risalente al 2014, dice che circa un milione e duecento mila persone sono state aiutate dai Centri di Ascolto delle comunità cristiane. I problemi maggiormente persistenti risultano essere quelli economici, di lavoro e abitativi. I sei milioni e trecento mila pasti erogati, sempre nello stesso anno, dalle 353 mense della Caritas – a cui bisogna aggiungerne almeno altrettanti, assicurati da Parrocchie, Istituti religiosi, associazioni varie – indicano chiaramente l’esistenza di un vero e proprio “disagio alimentare”: lo afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella prolusione al Consiglio permanente che si svolge a Roma da oggi al 27 gennaio.

“Lo stesso – aggiunge Bagnasco – deve dirsi per la distribuzione dei “pacchi viveri”: risultano essere oltre sei milioni e mezzo solo quelli dati dai centri coordinati dalla Caritas. A ciò si affiancano forme nuove di intervento come, ad esempio, una cinquantina di ‘empori-market solidali’. Va anche segnalato – significativo indice della realtà che stiamo vivendo – un aumento della richiesta di soli interventi di ascolto, segno di una solitudine crescente e del tentativo di non affondare nelle sabbie mobili della invisibilità. Oltre a questa vasta e capillare prossimità – possibile grazie anche all’otto per mille che gli Italiani destinano alla Chiesa cattolica – è in atto da qualche anno un”Alleanza contro la povertà’: vi partecipano oltre trenta organismi del mondo ecclesiale, sociale, sindacale, per promuovere – fra l’altro – il ‘reddito di inclusione’ sociale, al fine di contrastare la povertà assoluta mediante l’integrazione di sostegno al reddito individuale, nonché tramite un’adeguata politica dei servizi come il lavoro, l’istruzione, la salute. Rileviamo queste cose – sottolinea Bagnasco – soltanto per riconoscere la forza della gente, la sua persistente capacità di tenuta nonostante tutto, la possibilità di fare reti virtuose, la voglia di lottare e di tenere accesa la fiammella della fiducia. C’è un bene sommerso che non fa notizia, ma crea rapporti e segna la vicenda umana: va incoraggiato per far crescere il fronte della generosità e del servizio ai poveri e agli indigenti, perché la vita di tante persone richiede risposte concrete e tempestive”.

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