L’altra faccia della medaglia

ROMA – Gli animali uccidono per cibarsi e sopravvivere. L’animale che si è fatto uomo da una parte del globo è divenuto obeso, malato di cibo e non sa più dove nascondere i suoi milioni di tonnellate di sprechi, dall’altro muore di fame e di stenti. Ma uccidono entrambi ininterrottamente; chi per una causa od un’altra, chi per avidità e potere, chi per disturbi del comportamento, chi per noia, per gioco.

Qualcuno muore per fame ogni tre secondi, qualcun altro perchè è stato ucciso. L’animale che si è fatto uomo ha perfino inventato dei ” missili intelligenti ” e ” guerre di pace ” per assicurare la sua democrazia o la sua credenza religiosa. Nell’oscurità di un epoca istupidita, allo sbando,  conseguenza il suo degrado, le anime smarrite cercano rifugio in qualcosa che chiamano fede. Ed ecco milioni di fedeli in collegamento o su piazza a celebrare un nuovo beato, un uomo che vivente, con il suo esempio ha mostrato la strada del rispetto, dell’apertura e dell’amorevole riunione. Un uomo che non ha avuto paura di essere vero e di amare. Uo uomo che ci ha mostrato non solo con la sue parole ma attraverso scelte e comportamenti, la via da percorrere per essere uomini a pieno titolo. La bestia che ancora non è uomo lo ha beatificato allontanandolo da noi, dalla sua realtà umana rendendocelo irraggiungibile con la sua aureola al neon.

 

Più che di Santi coniati su medagliette da portare al collo ci mancano uomini in carne ed ossa , in stato di grazia,  capaci di guidarci con verità e saggezza nelle decisioni da prendere ogni giorno per il bene nostro e il rispetto di tutti i popoli. Ciascuno di noi può divenire santo, lo ha detto Gesù , lo ha dimostrato Giovanni Paolo secondo. Ma l’uomo che resta una bestia preferisce le statue di marmo su alti piedistalli, santini stampati dai colori sbagliati, macabre reliquie sotto vetro da fotografare spostando la sua attenzione, la sua curiosità verso l’esterno anzichè dirigerla dentro di se. Piazza San Pietro somigliava ad una gigantesca pattumiera quando si sono dispersi i fedeli dopo le preghiere, le lacrime, finita la festa. Un piccolo gesto di rispetto come non gettare migliaia di bottiglie di plastica per terra, cartacce e resti di cibo e di bivacchi, sarebbe stato un segno tangibile che qualcosa, nel cuore della bestia, fosse accaduto, non certo un miracolo ma la prova che fosse stato compreso il messaggio, intuito che rispecchiamo quello che siamo avendo cura e rispetto non solamente della casa del nostro neo beato ma anche di noi stessi.

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