L’invasione del testosterone miete vittime

ROMA – Il testosterone è un ormone che determina, regola la vitalità sessuale nel corpo umano. Il genere maschile possiede testosterone in un numero di gran lunga superiore rispetto alle donne.

Questi ormoni li immagino come milioni di zecche che si contorciano e agitano le zampette inzuppate di sangue nel labirinto scuro delle nostre viscere, governate da un Re, ma che dico, da un Imperatore, una Divinità potentissima che crea nel tempio  dei suoi giardini segreti, dei suoi labirinti la pace o la guerra, il bene o il male, la vita e la morte, l’odio e ancora l’odio. E loro, gli uomini, incapaci di comprendere  ciò che accade in loro stessi si prestano ad assecondare il mostro, accogliere le sue perversioni, subire i suoi capricci, liberare la sua libidine.

 

Si dice che il testosterone  sia un lontano parente di un certo Eros vissuto molti secoli fa, oppure frutto di un antica legenda  di cui si son perse le tracce. Raccontano che si  sarebbe modificato il suo nobile dna che avrebbe subito notevoli danni e degenerazioni di cui si pagherebbero le conseguenze oggi. Tant’è che assistiamo ad una trasformazione mondiale  dei costumi e dei comportamenti maschili che occupano i notiziari e restano per ora inspiegabili. Un tempo lo stupro era parte del bottino di guerre, di vendette, dello sfregio di uomini contro altri uomini sui loro possedimenti; la donna era soltanto merce pari ad animali od oggetti da spartirsi, usare o distruggere. La rivendicazione di una parità di diritti fra uomini e donne ha infiammato un paio di generazioni (di donne), dato vita a leggi che in quanto tali si è trovato il modo di non rispettare, voglio dire che gli uomini hanno trovato il modo di non rispettare e le donne stanche e deluse hanno abbandonato la piazza per accollarsi doppi e tripli lavori per non soccombere del tutto e da sole. L’uomo non è cambiato, anzi è divenuto sempre più pericoloso, travolto dal suo testosterone, vittima insolente delle sue zecche. Adolescenti, padri, zii, cugini, parenti, amici, fidanzati, mariti, industriali, politici, medici, avvocati, giudici, presidenti, prelati, sportivi; nessun escluso dal tornado ormonale che devasta la vita di milioni di donne  e bambini. Il mostro è li’, a pochi passi, sorridente, pronto ad assalire da solo o con il branco un corpo che verrà usato con la violenza e segnato dall’orrore per sempre se sopravvivrà e ancora frugato in altri modi per essere marcato a fuoco dalla vergogna e dalla colpa. Un consenso, un jeans stretto, un sorriso troppo bianco.

 

Lui, appena arrestato, si mostra indignato e stenta a credere che quello che è appena capitato possa essere devastante per la sua immagine, la sua carriera, la sua dignità, e allora paga in denaro, l’unica cosa che gli resta ma ancora non lo sa ne lo comprende, paga grosse somme convinto di addomesticare i giudici, un barlume della sua coscienza ma non ci giurerei e si domanda se non è vittima di “scherzi a parte” e cerca con gli occhi viziosi dove è stata nascosta la telecamera. Cosa ci sarà di male a soddisfare un bisogno fisiologico – si chiede – mentre esce dall’aula sprezzante. Viene da pensare che il mondo sia governato dal testosterone e dai suoi portatori insani. L’ormone impazzito miete vittime ad ogni istante. La scienza dovrebbe segnalare l’abnorme trasformazione della malattia  e la sua pericolosità sul territorio mondiale e stanziare immediatamente fondi senza restrizioni per trovare un anticorpo, un vaccino, una pillola capace di arrestare l’epidemia mortale e regolare il sano funzionamento della libido maschile. Intanto, abolire il Viagra e i suoi derivati. Sono certa che il mondo cambierebbe immediatamente: più tempo per la pace, la riflessione, la lettura, l’apprendimento, il gioco, lo scambio, l’attenzione, la condivisione, la socializzazione, la gentilezza, il rispetto, l’amicizia, la consapevolezza. Finalmente tempo per l’amore.

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