Roma, viverci è sempre più faticoso, ma cambiare è possibile

ROMA – Vivere Roma è sempre più faticoso. E’ questa l’eredità più pesante che ci lascia la giunta di destra di Alemanno. Si dirà che le cause dipendono in larga misura dalle conseguenze della crisi su lavoro e reddito. Questo è sicuramente vero, ma è altrettanto vero che l’amministrazione di destra non solo ha fatto poco o niente per renderla più sopportabile,  ma ci ha messo molto di suo per renderla più pesante con scelte inique, inefficienza, clientelismo, corruzione.

Nulla per rendere la vita meno costosa, si pensi solo all’IMU, dove sono state imposte le aliquote più alte o al costo dei mezzi pubblici aumentati del 50% da un giorno all’altro. Nulla per contenere gli incrementi del mercato degli affitti per venire incontro al bisogno casa. Nulla per controllare l’andamento dei prezzi dei beni di prima necessità. Nulla per frenare la progressiva trasformazione degli spazi pubblici da luogo di vita e incontro a luogo di solo consumo trasformando il centro di Roma in una sorta di mercato all’aperto. Nulla per ridurre il caos dei trasporti, sia pubblico che privato, il primo inadeguato e faticoso, il secondo stressante e dispendioso. Nulla per rendere più razionale il sistema di distribuzione delle merci inquinante e caotico. Nulla per migliorare i servizi sociali, sanitari e amministrativi, la cui gestione e dislocazione irrazionale è causa di fatica e spreco di tempo. Nulla per la qualità ambientale, in particolare dell’aria, una delle cause principali di malattie polmonari. Nulla per la sporcizia e l’incuria dilagante di strade, piazze, zone verdi. Nulla per tutelare il patrimoni storico e culturale sempre più abbandonato a se stesso. Nulla per dare ai romani più sicurezza, tema ignobilmente strumentalizzato dall’attuale sindaco per vincere le elezioni del 2008. Nulla per impedire la continua erosione di quella cultura della solidarietà e dell’accoglienza che è sempre stato un carattere distintivo della capitale.

Questa fatica la vivono, chi più chi meno, tutti romani. Le lavoratrici e i lavoratori che  dedicano ore del loro tempo di vita in stressanti spostamenti casa lavoro e viceversa. Le donne lavoratrici che, a costo di enormi sacrifici, ogni giorno cercano di conciliari i tempi di cura della famiglia con i tempi del lavoro. Gli studenti, presi da una macchina urbana che, invece di essere la palestra della loro crescita e affermazione di cittadinanza, si configura come un luogo improduttivo di dispersione di energie. I professionisti, i commercianti, gli imprenditori, uomini e donne che per adempiere ai loro affari si sobbarcano veri tour de force tra le varie sedi amministrative e degli affari pubblici e privati.
E’ indubbio però che chi paga i maggiori prezzi sono le persone anziane, donne e uomini e i bambini.  Sono loro a venire praticamente emarginati da una città che si fa sempre meno carico di venire incontro ai loro bisogni.
E pesanti sono anche gli effetti sull’intera economia urbana in termini di costi improduttivi e spreco di risorse, di perdita di immagine e di attrattività.
La cosa che più indigna è che questa fatica quotidiana si accompagna a continui piccoli e grandi abusi che i cittadini sono costretti a subire e una amministrazione che non se ne prenda minimamente cura o alimenta con i suoi comportamenti. I casi sono infiniti. Le buche nelle strade, le continue interruzioni della metropolitana, i mezzi dei pendolari sovraccarichi, le doppie file, i marciapiedi inagibili, i bus turistici che invadono il centro e bloccano il traffico,  i giardini e le ville impraticabili, la sporcizia dilagante, i venditori abusivi senza controlli, l’abusivismo edilizio che invade il centro, interi quartieri periferici privi di servizi essenziali, il sottogoverno che prolifera con concorsi pilotati e discutibili nomine di dirigenti.
Un vero disastro amministrativo. Ma, invece di prenderne atto, andando a vedere il programma con cui il sindaco si ripropone per altri 5 anni al governo di Roma, in 110 pagine di questa fatica non c’è la minima traccia. Non c’è la minima ombra di autocritica. Per il sindaco Roma è una città dove tutto va bene e  meglio non si potrebbe e se c’è qualche cosa che va male è, ancora una volta dopo ben cinque anni di amministrazione della destra, responsabilità delle  precedenti amministrazioni di centro sinistra.  
Come sappiamo però, le bugie hanno le gambe corte e tra pochi giorni l’amministrazione di destra dovrà prendere atto del suo fallimento. Cambiare è possibile, la responsabilità di dimostralo spetta alle romane ed ai romani con il voto del 26 e 27 maggio. Dal loro voto dipenderà la possibilità di aprire una stagione nuova creando le condizioni per far realizzare quel programma “Roma: la  capitale per il lavoro” per cui mi sono impegnato nella competizione elettorale.
Un programma che mira a fare di Roma:
una città dove il lavoro è la priorità e la qualità del lavoro pubblico e dei servizi è il suo carattere distintivo per fare di Roma una grande, democratica, autorevole, sostenibile, multietnica, capitale europea e del mediterraneo di cui i suoi cittadini possano andare orgogliosi;
una città sostenibile che fa della tutela e valorizzazione dell’ambiente e del suo patrimonio storico culturale la sua missione per un futuro di progresso e per il rispetto dovuto alla sua storia millenaria;
una città “intelligente” che fa delle nuove tecnologie della informazione e della comunicazione la fonte per ricavarne benefici in tutti i momenti della vita ed effetti positivi nella organizzazione della città, nei servizi, nell’economia;
una città partecipata dove la voce dei cittadini e delle organizzazioni della società civile contribuisce a determinare le scelte dell’amministrazione comunale;
una città trasparente, affidabile, efficiente, solidale  che si cura dei cittadini, in particolare dei lavoratori, i giovani, le donne, gli anziani, i bambini, i bisognosi riducendo la burocrazia, contrastando il clientelismo e il malaffare, tagliando gli sprechi;
una città che ha una forte identità evocativa di pace, storia, cultura, bellezza e qualità della vita che la fanno amare nel mondo attirando ogni anno milioni di persone.

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