Brunch Week. Settimana dal 26 novembre al 2 dicembre

ROMA – Settimana brunch, vale a dire una strana commistione tra dolce e salato, tra passione e partecipazione democratica (le primarie) e foschi presagi (sanità pubblica, pensioni e Ilva di Taranto) dove, esattamente come per la forma sincopata che unisce prima colazione e pranzo, e alla fine non si riesce a capire cosa sia l’una o l’altro e cosa effettivamente venga prima o dopo, anche noi abbiamo assaggiato eventi difformi e lontani come fossero un piatto unico.

Gli ottimisti, come sempre hanno visto attraverso la commistione, una novità. I pessimisti al contrario, qualcosa che non significa né l’uno né l’altro, che serve però a incontrarsi e far passare il tempo…

Dicevamo della passione e partecipazione democratica, dominata dalle benedette primarie sia del centrosinistra che del centrodestra. Con la differenza che le prime si sono svolte e prolungate come prassi verso il ballottaggio e le seconde invece per merito di Berlusconi, l’ormai leader portachiavi, si sono trasformate nell’ennesima conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che nel partito del cerone non c’è spazio per balzane idee di democrazia partecipativa.
A meno che servano a partecipare in altri contesti; cene galanti o grandi affari segreti, per esempio.

Andiamo con ordine. Diciamo subito che per essere “cool” le primarie dovevano trasformarsi in “isola dei famosi” e così fu. Non ci è stato risparmiato, quindi, il liturgico faccia a faccia su RaiUno tra i due candidati sopravvissuti (Bers&Renz) prima del ballottaggio. E accadde così che la scontata spettacolarizzazione dell’ovvio, attraverso un’inopportuna epidemia da format, calò sulle nostre teste. Kermesse mediatica, quindi, prima durante e dopo, con il sospetto che il clamore di “dirette dai comitati” “interviste esclusive” “twittate” e altro, serva solo a coprire il mediocre livello politico a cui stiamo assistendo, in maniera assolutamente bipartisan, da diverso tempo.  
Sarà la mediocrità il vero virus dell’epoca e ci estingueremo (altro che i Maya) a causa d’essa? Può darsi. Forse, proprio per questo, si costruiscono grandi scenari colorati, destinati in continuazione a essere riempiti solo da modeste figurette, comparse e figuranti e se accade tutto ciò è perché il vuoto da nascondere è molto più grande di quello che paventavamo… ma anche noi stessi, molto spesso, contribuiamo al vuoto facendone ormai parte con l’indifferenza.

Rassegniamoci quindi al “meno peggio” e al “fare peggio dell’altro non è possibile” e andiamo avanti.
A proposito se per le primarie del centrosinistra (evento significativo, ma non epocale)  abbiamo scomodato istituti di sondaggio, dirette dallo studio, sondaggi telefonici, servizi kilometrici sui tg etc., per le prossime politiche  cosa accadrà? Ben Ur che affronta il Desert Storm intervistando Godzilla all’uscita dai seggi? Imbarazzo e terrore…

Per la cronaca e per chi non l’avesse capito, alla fine, ha vinto Bersani il saggio contro Renzi il guascone.  Hip, hip Uh…

Pdl, qui le primarie diventano secondarie.
Iniziamo con una sorprendente novità: Angelino Alfano si è piegato a Berlusconi. (La vera notizia sarebbe stata se si fosse opposto, ma non si possono chiedere miracoli a una protesi). Niente consultazione, ma una convention – forse il 16 dicembre – per lanciare il nuovo partito che nascerebbe dopo la scissione degli ex An. La buona notizia (per la sinistra se continua così) è che il Cavaliere dovrebbe essere ancora candidato premier. Si consiglia però di seguire costantemente le previsioni meteo perché potrebbe cambiare ancora idea. Contraria Giorgia Meloni che ingenuamente ancora crede di essere in un partito. L’ipotesi prevalsa è comunque quella di un nuovo partito dal nome originale: “Italia Forza!” oppure “O Roma o Orte!”. Azzeramento degli attuali vertici, nuovo nome e simbolo: patta bianca in campo blu. Classe dirigente da svecchiare e rinnovare con facce da culo fresche, niente professionisti della politica ma solo del crimine organizzato già eletti nel partito. La partita decisiva si gioca sul fronte della riforma elettorale. Per il Cavaliere è fondamentale poter ancora decidere (naturalmente) le candidature e, da questo punto di vista, sarebbe fondamentale la conservazione del Porcellum cioè di sé medesimo.
Bersani ringrazia: meno male che Silvio c’è…

Taranto quando si dice piove sul bagnato… Un fulmine e una tromba d’aria si sono abbattuti sull’Ilva di Taranto (ludico sito industriale dove gli operai devono scegliere tra essere licenziati o ammalarsi di tumore…) Black out totale degli impianti, in particolare quelli di lavorazione della ghisa e le cokerie, dove è stata colpita una torre alta circa 80 metri. Dallo stabilimento si sono levate un’enorme nube nera e fiamme altissime. Un operaio risulta disperso: la gru sulla quale si trovata è finita in mare e un paio di ore più tardi è stata ritrovata dai sommozzatori dei vigili del fuoco di Bari a venti metri di profondità incagliata nella sabbia. Un pullman è stato investito dai detriti sollevati dalla tromba d’aria.
Si sospetta un piano ordito da Zeus in persona coadiuvato dai figlioli, Efesto e Poseidone…

Perspicaci e sorprendenti affermazioni  di Rosario Crocetta, neo presidente della Regione Sicilia: “Cosa Nostra? Molto più forte di quanto si creda” . “La si vuole estinta, superata, scomparsa, ma sono tutte fesserie. Ho fatto i primi giorni da presidente e capisco che c’è una macchina, un sistema che nel suo complesso è un sistema mafioso”. “Ho ereditato una macchina regionale in cui in modo aperto o occulto, molto più spesso occulto, c’è un conclamato sistema di affari che fanno capo a tanti, ma credo – ha detto – che abbiano un collante unico, Cosa Nostra. La mafia è il vero mediatore politico”.
Dubbi su dove sia vissuto Crocetta tutti questi anni e su come sia riuscito a fare questa scoperta in così poco tempo…

Rassicurante dichiarazione del comandante Monty Pithon: la Sanità pubblica è a rischio.
Pronti migliaia di kit di auto-medicazione e centri di accoglienza e finto ascolto per utenti ipocondriaci.

Storico risultato: Onu, sì alla Palestina “Stato osservatore”.
L’Assemblea generale con 138 sì, 9 no e 41 astenuti approva la risoluzione. E pensare che l’ultima “lezione” di Israele alla Striscia di Gaza dove contribuire a evitare proprio ciò.
Che i missili utilizzati non fossero poi così intelligenti?

Egitto, una Costituzione deludente per i diritti umani.
Cosa d’altra parte ci si aspettava se alla sua base è stata inserita la religione? (in questo caso sono i principi della shari’a, come “fonti primarie della legge” e “regole fondamentali della giurisprudenza”) Un pic nic sull’erba?
Pare che si preparino due settimane complicate per l’Egitto.
Se la montagna non va da Maometto, Maometto fa scopa, primiera e settebello.

La Nasa: “No materiali organici su Marte”.  
Era solo tradizionale merda terrestre arrivata via satellite.

Interessante articolo del New York Times: «L’Aquila, esempio da non seguire dopo l’uragano Sandy»
Le promesse non mantenute in Italia devono essere un monito per la ricostruzione dopo l’uragano. Vale a dire siamo divenuti un punto di riferimento negativo dopo la “pagliacciata” mediatica post-terremoto durante la quale si millantavano miracolosi interventi ricostruttivi invece che la semplice constatazione della triste verità e di ciò che era oggettivamente possibile. Invece sappiamo tutti come è finita.
L’Aquila è lontana da Staten Island o Rockaways, le aree dello Stato di New York più colpite dall’uragano Sandy, ma le difficoltà del capoluogo abruzzese dopo il devastante terremoto dell’aprile 2009 possono essere un monito per New York nella ricostruzione delle zone danneggiate dal passaggio della recente calamità naturale». A sostenerlo è Michael Kimmelman, giornalista e massimo esperto d’arte del New York Times, che ha visitato varie volte l’Aquila dopo il sisma. Kimmelman ricorda la costruzione delle «new towns» lanciate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i «tristi, isolati, minuscoli e costosi appartamenti di cui lo stesso Berlusconi si vantò di avere ordinato per gli abitanti della città», rimasti senza un tetto dopo il sisma e collocati «nella periferia della città, tagliati fuori dai trasporti di massa e dalla vita civile». Ma il centro storico dell’Aquila è rimasto deserto, un cumulo di rovine oggetto di «turismo pornografico».
«Dal giorno del terremoto – prosegue il critico d’arte – le autorità italiane hanno continuato a promettere di restaurare la città al suo antico aspetto, ma meno di una dozzina di edifici sono stati riparati delle centinaia che sono stati danneggiati nel centro della città che è una sorta di città fantasma».
«La lezione che anche New York dovrebbe apprendere dunque eccola: bisogna pensare all’urbanismo e non fissarsi sulle costruzioni». Anche nello Stato americano «i funzionari pubblici hanno seguito l’esempio italiano», promettendo a persone distrutte dall’uragano la ricostruzione di interi quartieri, senza ammettere che una politica di ricollocazione è «impossibile». Gulp!
        
Per la serie “mettiamo le mani avanti, non sia mai che ci facciano pagare davvero l’Imu”; buona interpretazione del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, interpellato riguardo alle scuole cattoliche che hanno dichiarato di non essere in grado di pagare l’Imu. Per Bagnasco, candidato alla nomination per la migliore faccia da culo 2012, “c’è preoccupazione soprattutto per la mancanza di contributi”. (!) Poi ha segnalato come urgente un passo a favore degli istituti scolastici con aiuti che “lo Stato sarebbe giusto riconoscesse alle famiglie, che hanno diritto a scegliere per i propri figli l’istruzione che ritengono più idonea”. (!!)
Aiuti che naturalmente lo stesso ministro dell’Istruzione Francesco Profumo (d’incenso) ha già annunciato.

Prima che muoio vorrei provare tanto la strana sensazione di vivere in uno stato davvero laico…

Condividi sui social

Articoli correlati