Networking, non solo un sistema per conoscersi, ma un posto dove realizzare “cose”.

Non solo coaching: networking, non solo un sistema per conoscersi, ma un posto dove realizzare “cose”. Appartenere ad una rete di contatti, costituisce oggi la base per molte delle nostre attività professionali e personali. Ci si sente parte di qualcosa che unisce altri condividendo interessi o progetti, di un microcosmo su cui contare per la ricerca di contati e informazioni utili per la realizzazione di progetto più ampio.

La progettualità può essere relativa ad ambiti tematici e puramente legati ad aspetti di vita personale oppure per la realizzazione di un progetto professionale.

Quale opportunità offre il networking?

Innanzitutto si è collegati da un fine condiviso, ma con la libertà e la flessibilità di nessun vincolo, avendo quindi la possibilità di uscirne per trovare spazi personali.

Fare rete permette di creare relazioni anche indirettamente che possono essere utili ad allargare le nostre conoscenze, scambiare informazioni, oppure ampliare la propria offerta professionale. Nel mondo professionale sicuramente utili ad ampliare le occasioni di lavoro.

Molte le associazioni, comunità e organizzazioni nate negli ultimi anni per trasformare il networking dal piano del Dire al piano del Fare. MA quali sono le regole che dovrebbero accomunare queste comunità?

La prima fondamentale è quella di avere una identità propria e chiara, dire cose a cui poi vengono corrisposte azioni. La reputazione di queste organizzazioni dipende proprio da questo, da cosa si dichiara e si fa.

Non basta esserci quindi, ma creare il networking con azioni in linea con l’identità del gruppo a cui si è deciso di partecipare. 

Innanzitutto quali i valori associativi della rete? E quanto i nostri valori sono in linea con questi?

Siamo disposti a partecipare attivamente allo scopo del gruppo?  

Metterci la faccia ed essere proattivi nel condividere ciò che personalmente si ha, essere coinvolto ma anche essere coinvolgenti. Essere coerenti nelle aspettative e esprimere in modo chiaro e concreto su come s’intende partecipare e cosa fare. Non c’è obbligo, ma c’è sempre la possibilità di dire no a ciò che non si è disposti a fare. Coinvolgere i propri interlocutori validi che possono essere interessati allo scopo. Insomma essere attivi nella vita del networking e non solo vivere a ricasco degli altri. 

Fare networking funziona, se lo si è sviluppato in modo integro, basando le relazioni in modo limpido, offrendo e condividendo valori e regole sane. Le relazioni che entrano nel networking devono avere la loro utilità concreta, mettendo a disposizione una specifica competenza o contatti utili all’obiettivo condiviso.

Fare networking è un nuovo modo di muoversi nei momenti in cui l’economia è ferma attraverso la generazione di progetti che da singoli è difficile realizzare, ma che insieme è possibile provare a strutturarne la realizzabilità.

La fase di start up che sarà sicuramente la più complicata perché le scelte e le decisioni influenzeranno lo scopo e la direzione della community, ma ripagherà in pieno nel tempo con risultati solidi e continuativi, per contro un approccio opportunistico e mirato al risultato immediato non porterà molto lontano. 

Se uno sogna da solo, il suo rimane un sogno; se il sogno è fatto insieme ad altri, esso è già l’inizio della realtà. Cit. Dom Helder Pessoa Câmara

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