L’orgoglio dei “fannulloni” – Lettera al Ministro Brunetta

Egregio Sig. Ministro,

mi chiamo Roberto Neri e le scrivo da Arezzo, dove risiedo e dove ho lavorato per 39 anni presso il Comune della mia città. Mio malgrado andrò in pensione senza raggiungere i canonici 40 anni di contributi, il prossimo 30 dicembre 2011, mentre il mio desiderio sarebbe stato quello, di rimanere anche oltre, o perlomeno dopo il 65° anno di età, per la passione che sempre mi ha accompagnato nel mio lavoro, ma se questa è stata la mia scelta si può immaginare il perchè !!!!

Dopo le recenti manovre finanziarie che comunque mi inducono a questo passo, non di poca importanza per chi ha lavorato solo quasi per sopravvivere è anche il disporre, quanto prima, di quel piccolo gruzzolo di denaro accantonato dopo tanti anni di lavoro, gruzzolo che per altri è forse inferiore alla quota di una sola mensilità.. Ma non è per questo che Le scrivo così amareggiato, sig. Ministro, vorrei evidenziare invece il fatto che il sottoscritto in questi 39 anni non solo ha lavorato diligentemente ed in condizioni a volte di estremo disagio (per molto tempo sono stato unico operatore con compiti di segreteria di una Circoscrizione amministrativa con rientri notturni e con apertura pressochè quotidiana di uno sportello al pubblico), ma sempre pronto anche ed attento coscenziosamente alle più delicate e disagiate richieste di concittadini anziani, inabili, impossibilitati per vari motivi a superare tutti quegli ostacoli a volte insormontabili della normale burocrazia e che molto spesso non erano neppure attinenti alle mie competenze.

Quello che le voglio far giungere comunque non sono le mie naturali doti di lavoratore coscenzioso, perchè così sono innumerevoli i lavoratori della pubblica amministrazione, bensì per un altro aspetto della mia vita lavorativa , che non so se sarà di sua gradita scoperta ed informazione ma che contrasta decisamente con le sue ripetute esternazioni in merito ai dipendenti pubblici; e ciò che sto per scriverle contraddice i suoi assunti (tesi infatti da dimostrare) la prego di prendere informazioni più dettagliate presso l’ufficio del personale del Comune di Arezzo.

Ebbene Sig. Ministro, il Lavoratore della Pubblica Amministrazione Neri Roberto in 39 anni di onorato impiego NON HA MAI FATTO UN GIORNO DI ASSENZA , DICASI ZERO GIORNI DI ASSENZA ne’ per malattia , ne’ con permesso retribuito. Obietterà : “Come ciò può essere lecito?” E riflettendo un attimo le apparirà chiaro e spontaneo dire: ” Beato lei che è stato sempre in ottima salute e senza problemi! “. Ma così purtroppo per me non è andata. A parte qualche influenza e periodiche, coliche renali, coliche epatiche, fratture di gambe e braccia e una assistenza e supporto alla moglie in forti e alternate depressioni, sono stato ricoverato per una decina di giorni per un intervento chirurgico . Ebbene Lei dirà: “E a me ” ? Ebbene a Lei io riferisco con sincerità e dignità che neppure in occasione della ospedalizzazione ho usufruito del permesso per malattia, ma ho usato i giorni di ferie a mia disposizione, facendo risparmiare, come è evidente l’Amministrazione. E dunque alla luce anche di questo mio evento ben certificato da modulistica ospedaliera, mi reputa un FANNULLONE ? come spesso Lei chiama genericamente tutti i dipendenti pubblici, facendo grande presa in coloro che vivono nel mondo quale ci appare e quale ci raccontano i media e soprattutto in quella parte dell’opinione pubblica costituita dai soliti qualunquisti furbi e furbetti che farebbero propria invece, in virtù della mia vissuta vita lavorativa la sua famigerata espressione: ” LEI E’ UN CRETINO! ” .

Non sono state comunque queste le vicissitudini che mi hanno sconvolto la mia esistenza e mi hanno tenuto lontano dal lavoro, ma bensì l’assistenza ad ambedue i miei figli per malattie gravissime quali emorragie cerebrali l’uno e linfoma di Hoking l’altro, uno all’età di 18 anni e l’altro all’età di 12 anni. Ho peregrinato con mia moglie per gli ospedali di tutta Italia e sa Sig. Ministro quale amara consolazione posso vantare ancora come lavoratore della Pubblica Amministrazione, anche in queste tragiche, drammatiche circostanze, quella di aver usufruito solo ed esclusivamnte delle canoniche ferie annuali per dare ai miei figli la sicurezza di essere loro vicino e trovare le migliori soluzioni perchè potessero scamparla ed avere meno conseguenze possibili sulla loro futura qualità della vita; tutto ciò a fronte delle mie modeste risorse e possibilità di impiegato dipendente della Pubblica Amministrazione.

Tutto quanto Le rivelo, quasi in confessione, Lei potrà facilmente verificarlo nel mio fascicolo personale che riguarda tutto il mio curriculum lavorativo presso il Comune di Arezzo . Veda Ministro, come di recente ho potuto dire ad un dirigente del mio comune, ho amato, stimato, ho creduto alla validità del mio impiego e quindi sempre, con estrema dignità, sensibilità e serenità ho condotto il mio lavoro giorno e notte dando il massimo delle mie potenzialità anche nelle circostanze quali Le ho descritto.

Per alcuni giorni ancora sarò in servizio, sa Sig. Ministro quale è la gioia che mi ripaga per ciò che credo di aver fatto nella mia vita lavorativa, non tanto di aver diligentemente redatto deliberazioni o provvedimenti e atti amminstrativi in genere e non certo le gratificazioni dei politici e dei miei dirigenti e superiori, sì anche ciò, può essere gradito, ma la più grande gratificazione è stata e sarà soprattutto il trovarmi per strada con il cittadino al quale io potuto dare un aiuto, un supporto, un suggerimento e che ti porge la mano e ti ringrazia ancora, mentre tu fai a stento fatica a ricordare nella tua memoria in quale circostanza lo hai potuto aiutare, ti invita a prendere un caffè ricordando e raccontando con precisione tutti i dettagli che tu magari neppure avevi valutato o preso in considerazione.

Andrò dunque in pensione tra breve e forse pochi “nel Palazzo” si ricorderanno di Neri Roberto “, ma saranno quei concittadini, che per strada mi tenderanno la mano e mi daranno costantemente conferma nell’aver svolto con impegno, serietà, dignità, onestà, disponibilità e sensibilità il mio lavoro . Non mi aspetto un premio ne’ una sua dettagliata risposta ma forse una maggiore riflessione sui suoi assunti verbali che ci giungono spesso come proiettili attraverso i media e ci feriscono più che guarirci o insegnarci; ricordi che un esempio positivo o un elogio spesso educa più di un insulto o rimprovero.

La prego faccia invece sì che tantissimi lavoratori come il sottoscritto non debbano essere ricordati dai propri nipoti come i “FANNULLONI”, solo perchè hanno lavorato nella Pubblica Amminstrazione. Se la sensibilità le appartiene, sono comunque fiducioso e in attesa di una sua cortese risposta.

Roberto Neri

Egregio Sig. Ministro, mi chiamo Neri Roberto e le scrivo da Arezzo, dove risiedo
e dove ho lavorato per 39 anni presso il Comune della mia città. Mio malgrado andrò in pensione
senza raggiungere i canonici 40 anni di contributi, il prossimo 30 dicembre 2011, mentre il mio
desiderio sarebbe stato quello, di rimanere anche oltre, o perlomeno dopo il 65° anno di età, per la
passione che sempre mi ha accompagnato nel mio lavoro, ma se questa è stata la mia scelta si può
immaginare il perchè !!!! Dopo le recenti manovre finanziarie che comunque mi inducono a questo
passo, non di poca importanza per chi ha lavorato solo quasi per sopravvivere è anche il disporre,
quanto prima, di quel piccolo gruzzolo di denaro accantonato dopo tanti anni di lavoro, gruzzolo
che per altri è forse inferiore alla quota di una sola mensilità.. Ma non è per questo che Le scrivo
così amareggiato, sig. Ministro, vorrei evidenziare invece il fatto che il sottoscritto in questi 39 anni
non solo ha lavorato diligentemente ed in condizioni a volte di estremo disagio ( per molto tempo
sono stato unico operatore con compiti di segreteria di una Circoscrizione amministrativa con
rientri notturni e con apertura pressochè quotidiana di uno sportello al pubblico ), ma sempre pronto
anche ed attento coscenziosamente alle più delicate e disagiate richieste di concittadini anziani,
inabili, impossibilitati per vari motivi a superare tutti quegli ostacoli a volte insormontabili della
normale burocrazia e che molto spesso non erano neppure attinenti alle mie competenze. Quello che
le voglio far giungere comunque non sono le mie naturali doti di lavoratore coscenzioso, perchè
così sono innumerevoli i lavoratori della pubblica amministrazione, bensì per un altro aspetto della
mia vita lavorativa , che non so se sarà di sua gradita scoperta ed informazione ma che contrasta
decisamente con le sue ripetute esternazioni in merito ai dipendenti pubblici; e ciò che sto per
scriverle contraddice i suoi assunti (tesi infatti da dimostrare) la prego di prendere informazioni più
dettagliate presso l’ufficio del personale del Comune di Arezzo. Ebbene Sig. Ministro , il Lavoratore
della Pubblica Amministrazione Neri Roberto in 39 anni di onorato impiego NON HA MAI
FATTO UN GIORNO DI ASSENZA , DICASI ZERO GIORNI DI ASSENZA ne’ per
malattia , ne’ con permesso retribuito. Obietterà : “Come ciò può essere lecito?” E riflettendo un
attimo le apparirà chiaro e spontaneo dire: ” Beato lei che è stato sempre in ottima salute e senza
problemi! “. Ma così purtroppo per me non è andata. A parte qualche influenza e periodiche,
coliche renali, coliche epatiche, fratture di gambe e braccia e una assistenza e supporto alla moglie
in forti e alternate depressioni, sono stato ricoverato per una decina di giorni per un intervento
chirurgico . Ebbene Lei dirà: “E a me ” ? Ebbene a Lei io riferisco con sincerità e dignità che
neppure in occasione della ospedalizzazione ho usufruito del permesso per malattia, ma ho usato i
giorni di ferie a mia disposizione, facendo risparmiare, come è evidente l’Amministrazione. E
dunque alla luce anche di questo mio evento ben certificato da modulistica ospedaliera, mi reputa
un FANNULLONE ? come spesso Lei chiama genericamente tutti i dipendenti pubblici, facendo
grande presa in coloro che vivono nel mondo quale ci appare e quale ci raccontano i media e
soprattutto in quella parte dell’opinione pubblica costituita dai soliti qualunquisti furbi e furbetti
che farebbero propria invece, in virtù della mia vissuta vita lavorativa la sua famigerata
espressione: ” LEI E’ UN CRETINO! ” . Non sono state comunque queste le vicissitudini che mi
hanno sconvolto la mia esistenza e mi hanno tenuto lontano dal lavoro, ma bensì l’assistenza ad
ambedue i miei figli per malattie gravissime quali emorragie cerebrali l’uno e linfoma di Hoking
l’altro, uno all’età di 18 anni e l’altro all’età di 12 anni. Ho peregrinato con mia moglie per gli
ospedali di tutta Italia e sa Sig. Ministro quale amara consolazione posso vantare ancora come
lavoratore della Pubblica Amministrazione, anche in queste tragiche, drammatiche circostanze,
quella di aver usufruito solo ed esclusivamnte delle canoniche ferie annuali per dare ai miei figli la
sicurezza di essere loro vicino e trovare le migliori soluzioni perchè potessero scamparla ed avere
meno conseguenze possibili sulla loro futura qualità della vita; tutto ciò a fronte delle mie modeste
risorse e possibilità di impiegato dipendente della Pubblica Amministrazione. Tutto quanto Le
rivelo, quasi in confessione, Lei potrà facilmente verificarlo nel mio fascicolo personale che
riguarda tutto il mio curriculum lavorativo presso il Comune di Arezzo .
Veda Ministro, come di recente ho potuto dire ad un dirigente del mio comune, ho amato,
stimato, ho creduto alla validità del mio impiego e quindi sempre, con estrema dignità, sensibilità e
serenità ho condotto il mio lavoro giorno e notte dando il massimo delle mie potenzialità anche
nelle circostanze quali Le ho descritto.
Per alcuni giorni ancora sarò in servizio, sa Sig. Ministro quale è la gioia che mi ripaga per ciò
che credo di aver fatto nella mia vita lavorativa, non tanto di aver diligentemente redatto
deliberazioni o provvedimenti e atti amminstrativi in genere e non certo le gratificazioni dei politici
e dei miei dirigenti e superiori, sì anche ciò, può essere gradito, ma la più grande gratificazione è
stata e sarà soprattutto il trovarmi per strada con il cittadino al quale io potuto dare un aiuto, un
supporto, un suggerimento e che ti porge la mano e ti ringrazia ancora, mentre tu fai a stento
fatica a ricordare nella tua memoria in quale circostanza lo hai potuto aiutare, ti invita a prendere
un caffè ricordando e raccontando con precisione tutti i dettagli che tu magari neppure avevi
valutato o preso in considerazione.
Andrò dunque in pensione tra breve e forse pochi “nel Palazzo” si ricorderanno di Neri
Roberto “, ma saranno quei concittadini, che per strada mi tenderanno la mano e mi daranno
costantemente conferma nell’aver svolto con impegno, serietà, dignità, onestà, disponibilità e
sensibilità il mio lavoro .
Non mi aspetto un premio ne’ una sua dettagliata risposta ma forse una maggiore
riflessione sui suoi assunti verbali che ci giungono spesso come proiettili attraverso i media e ci
feriscono più che guarirci o insegnarci; ricordi che un esempio positivo o un elogio spesso educa
più di un insulto o rimprovero. La prego faccia invece sì che tantissimi lavoratori come il
sottoscritto non debbano essere ricordati dai propri nipoti come i “FANNULLONI”, solo perchè
hanno lavorato nella Pubblica Amminstrazione.
Se la sensibilità le appartiene, sono comunque fiducioso e in attesa di una sua cortese
risposta .
Neri Roberto

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