Francia al ballottaggio. Hollande avanti tutta, Sarkozy in difficoltà

PARIGI – Holland e Sarkozy sono ormai alle porte dell’ultima settimana di confronto prima della resa dei conti del ballottaggio.

La settimana che è trascorsa dalla prima tornata elettorale si è dimostrata, come nelle previsioni, una serrata partita a scacchi, in cui i due contendenti hanno cercato di mettere in un vicolo cieco l’avversario e al contempo aprirsi strade nuove verso un consenso allargato.
Francois Hollande e il Partito Socialista sembrano avere una marcia in più, un programma di governo convincente, un’idea di Paese da cui ripartire.
Sarkozy e un macilento UMP, invece, mostrano poche idee – nessuna nuova – e una rincorsa a terreni di caccia di forze politiche contigue, finanche il bacino della destra xenofoba e razzista del Front National della Le Pen.

Come dicevamo, Hollande cavalca l’onda del consenso nel primo turno e rilancia un nuovo patto sociale per il Paese. Punto nevralgico del suo pensiero è l’inversione di marcia rispetto agli accordi europei sulla stabilità e sul pareggio del bilancio, che una Francia a guida socialista non ratificherebbe nella loro versione attuale. Non un rifiuto totale, s’intenda, bensì una riforma, o per meglio dire un’integrazione agli accordi che riporti l’accento sulle politiche per la crescita, verso un rinnovato modello di sviluppo economico e sociale.
Ma non solo. Hollande chiede all’Europa maggiore flessibilità, sia nella mobilizzazione di finanziamenti che nell’utilizzo dei fondi strutturali, così come un maggiore impegno sul debito con l’emissione degli Eurobond. D’altro canto, ribadisce di voler rivedere anche la ripartizione interna della ricchezza, chiedendo uno sforzo non alle solite fasce sociali dei lavoratori dipendenti o dei pensionati, quanto piuttosto incidendo sulle rendite e sulle transazioni finanziarie.

Proposte che non possono non avvicinare ai Socialisti anche gli elettori del Front du Gauche di Jean-Luc Mélenchon e i dei verdi di Eva Jolie.
Se dunque i Socialisti parlano del futuro, Sarkozy e i suoi sono ancora incartati nelle rivendicazioni del passato, a dimostrazione che un progetto di governo non c’è e che una fase si è esaurita.

L’ex inquilino dell’Eliseo dichiara a gran voce di non volere nessun accordo con l’estrema destra di Marine Le Pen, salvo però strizzare l’occhio proprio all’elettorato del Front National, manifestandogli rispetto per la loro scelta al primo turno e dicendosi pronto ad ascoltare le loro istanze per poter dare delle risposte.
Insomma, un accordo politico alla luce del sole no, ma qualche promessa sui temi cari all’ultra destra forse sì. Un atteggiamento ambiguo e, a dire il vero, un po’ disperato, che rischia di far racimolare a Sarkozy qualche voto neo-fascista in più erodendo però possibili consensi tra i moderati centristi di Bayrou, che guardano con sempre maggiore interesse a Hollande.

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