Tutti al voto! Mezza Europa alle urne

Francia,  Italia,  Germania, Grecia e Serbia si preparano alle elezioni

ROMA – Presidenziali, politiche, amministrative, ce n’è per tutti i gusti in questo weekend di consultazioni elettorali che attraversano l’Europa e che preannunciano cambiamenti, sorprese, conferme. Gli occhi del Vecchio continente sono puntati sull’Eliseo, per vedere chi ne sarà l’inquilino a partire da lunedi.
Francois Holland e Nicolas Sarkozy hanno consumato ieri sera l’ultimo duello televisivo prima del ballottaggio: il Socialista, in grande forma dialettica, con una raffica di impietosi resoconti sui trascorsi cinque, fallimentari, anni di Presidenza, ha chiuso in un angolo Sarkò che come un pugile suonato è parso spaurito, frastornato, a corto di colpi e incapace di replicare con efficacia.
I sondaggi sono tutti per Hollande e, dopo ieri sera, probabilmente in crescita di consenso.
La prevedibile vittoria del Partito Socialista francese, sta già manifestando i suoi effetti sulle altre consultazioni del fine settimana.
In particolare in Germania, dove si vota nello Schleswig-Holstein e tra una settimana del Nord-Reno-Westfalia, il più popoloso dei Länder tedeschi con oltre 18 milioni di abitanti: in pratica le dimensioni di uno Stato medio europeo.

I socialdemocratici della SPD e la sinistra della Linke sembrano rinvigoriti dal vento progressista che soffia da Parigi e che spinge ad una revisione del patto fiscale in un’ottica di sostegno alla crescita.
La Cancelliera Angela Merkel e il suo CDU sono ormai orfani dell’alleato liberale che, stando ai sondaggi, rischia di non superare la soglia di sbarramento. Tanto è vero che la stessa Merkel nelle ultime ore tenta uno smarcamento dalle posizioni più intransigenti sul fiscal compact, approdando sui lidi abitati dal Governatore della Banca Centrale Europea Draghi dove si parla ormai prevalentemente di crescita e di growth compact.
Si profila quindi un orizzonte in cui la CDU e la SPD potrebbero ritrovarsi di nuovo alleate, così come sta succedendo nei Länder in cui si è votato negli ultimi mesi. Un’opzione, questa, che aprirebbe le porte all’indizione di lezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale dell’autunno 2013.
L’economia europea tiene banco anche nella tornata elettorale greca: il governo tecnico di Papademos ha davvero pochi, residui, sostenitori, mentre crescono tutti i partiti marcatamente antieuropeisti o che dichiarano di opporsi ai piani di austerity imposti da UE e BCE.
La situazione nel Paese resta tesa e il reddito dei greci continua a perdere di consistenza. Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok rischiano di venire mortificati nei consensi per il loro appoggio al governo tecnico “commissariato” dall’Europa, a vantaggio di formazioni più radicali sia a destra che a sinistra.
Il voto assume sempre più una valenza di referendum pro e contro l’Europa, con il rischio reale di un’uscita di Atene dall’euro e, forse, dall’UE.
Aria di referendum sull’Europa anche in Serbia, dove domenica si vota per tutto: presidenziali, politiche e amministrative.
Lo scontro è tra due linee politiche in antitesi: l’europeista e premier uscente Boris Tadic, che sconta il malcontento per le riforme economiche adottate, e il Partito progressista di Tomislav Nikolic, che proclama un no all’ingresso nell’UE come contropartita del riconoscimento del Kosovo.
Anche l’Italia si appresta ad andare alle urne. Sabato e domenica si vota per le amministrative (con turno di ballottaggio, ove previsto, per il 20 e 21 maggio) in 1.014 comuni, di cui 28 capoluoghi di provincia tra i quali Palermo, Genova, Verona, Taranto, Parma, Monza e Piacenza.

Una consultazione attesa per le tante incognite che la contraddistinguono: la tenuta del Pdl, ad esempio, in cui le due componenti di Forza Italia e An sono sempre più distanti.
Ma anche il risultato complessivo di un centro-destra che esce diviso dopo la crisi di governo: Pdl e Lega corrono infatti separatamente e, spesso, antagonisticamente.
La Lega poi è attesa alla prova del consenso dopo gli scandali che l’hanno colpita nelle ultime settimane, il cui contraccolpo è tutto da valutare ma che si preannuncia rilevante.
D’altro canto, anche il centro-sinistra si trova di fronte ad un passaggio importante: ci sarà infatti da considerare l’esito delle alleanze variabili del PD con Di Pietro, Vendola e il Terzo Polo o sue singole componenti. Una sorta di laboratorio politico per il futuro e di valutazione degli indirizzi che provengono dalle diverse anime del partito.
Su tutti aleggia il malcontento per le riforme economiche del governo Monti e la risposta populista del Movimento cinque stelle spinto da Beppe Grillo.
Di certo lunedi ne sapremo di più.

 

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