La UE chiede maggiore sicurezza per la navigazione

Il Parlamento Europeo ritiene che gli strumenti militari non siano più sufficienti a rimuovere le cause dell’insicurezza delle rotte marittime e che occorra una strategia generale


ROMA –
Durante la settimana scorsa, giovedì, l’Europarlamento ha chiesto ai governi con una risoluzione che la protezione delle navi europee venga sì rafforzata, ma nel quadro di progetti che affrontino anche le cause del fenomeno della pirateria sulle rotte marittime. In particolare, a livello europeo ormai si ritiene che sia necessario un maggiore coordinamento tra l’Unione Europea e la Nato.

All’inizio del 2012 le navi che erano state messe a disposizione dagli stati componenti l’Unione Europea per rafforzare l’operazione UE Navfor Atalanta sono state ridotte da otto a tre, perciò esiste una criticità anche sul versante difensivo tradizionale oltre che un problema legislativo che i deputati europei propongono di affrontare mediante l’istituzione di tribunali speciali per questi reati.

Centonovantuno marinai di navi europee si trovano tuttora in ostaggio e sette navi non sono state ancora rilasciate. Esiste poi il problema di autorità regionali, diverse dallo stato di bandiera, che arbitrariamente ordinano provvedimenti di arresto o di blocco di navi, un fatto che in base al diritto internazionale è assimilabile ad un sequestro illegale.

I fenomeni di pirateria che si sono andati moltiplicando negli ultimi anni hanno posto un altro problema ancora, ossia l’accordo ormai urgente su regole comuni per disciplinare l’uso di personale armato che è sempre più frequente sulle navi e che in assenza di una adeguata legislazione internazionale sulla minaccia alle rotte commerciali viene utilizzato come soluzione. La risoluzione è stata approvata con 434 voti favorevoli, 100 contrari e 5 astensioni.

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