Olafur Ragnar Grìmsson, il Presidente ecologista al quinto mandato in Islanda

Il candidato  aveva detto no al debito. Con la propria rielezione prosegue la serie di risultati positivi per i progressisti nell’Europa del Nord

ROMA – Olafur Ragnar Grìmsson, 69 anni, è stato rieletto il 30 giugno 2012  per un quinto mandato , la sua Presidenza della Repubblica è diventata così la più lunga nella storia dell’Islanda: ha vinto con il cinquantadue per cento dei voti, seconda è arrivata Thora Arnosdottir, che ha ottenuto il trentatre per cento dei consensi.  La presidenza inizia in un periodo importante, perchè a partire da ottobre dell’anno in corso dovranno essere affrontate diverse riforme istituzionali.

Il presidente della Repubblica si è fatto notare ponendo il veto sulle misure predisposte dal  governo per pagare i debiti (equivalenti quasi a quattro miliardi di euro dovuti ai creditori nel Regno Unito ed in Olanda) una scelta che Grìmsson ha operato il 5 gennaio 2010 e di nuovo il 20 febbraio 2011, impedendo all’esecutivo allora in carica di stabilire vincoli che sarebbero risultati molto difficili per i cittadini.

In questa decisione la più alta carica dello stato ha ottenuto la solidarietà dei suoi connazionali, che in un referendum ( il 9 aprile del 2011) hanno rigettato le proposte con le quali, allo scopo di ripagare i creditori del debito islandese,  il Governo intendeva applicare misure pesanti per l’economia locale.

La restituzione dei debiti non è espressamente prevista dalle leggi islandesi (riguardo ad una situazione come quella determinata dalla crisi delle banche in Islanda), ma le regole dell’European Free Trade Agreement, di cui l’Islanda fa parte, prevedono che tale restituzione debba avvenire, all’interno dell’Economic European Agreement (EEA), cui l’Islanda ha aderito appunto in quanto paese dell’Efta.

Il fallimento della Icesave (una costola della banca Landsbanki) ha causato perdite finanziarie a più di trecentomila cittadini britannici ed olandesi. Regno Unito ed Olanda hanno rimborsato i depositi effettuati dai loro cittadini e stanno quindi attendendo, tuttora, il rientro delle perdite.

Il Prodotto interno lordo, appena prima della crisi, era stato sorpassato di nove volte dal settore bancario, il cui sviluppo era fuori controllo (gli istituti privati erano cresciuti fino a superare per dimensioni la banca nazionale). Nell’ottobre del 2008 il sistema finanziario islandese è crollato per il peso dei debiti.

Il momento è ancora critico per l’Islanda, dato che la Commissione Europea ha inoltrato all’European Free Trade Association, di cui il paese fa parte, una dichiarazione la cui conclusione è che il piccolo stato avrebbe dovuto controllare le dimensioni e l’impatto del collasso del suo sistema bancario, affermando che nel caso dei depositi della Landsbanki Icesave non si possa parlare di causa di forza maggiore.

La Commissione Europea ha sostenuto le posizioni della European Surveillance Authority (ESA) nell’azione che vede questa istituzione contrapporsi alle ragioni dell’Islanda. Reykjavik sostiene che non si può presupporre che gli stati debbano avere meccanismi capaci di affrontare un crollo dell’intera economia.

Sebbene la Commissione Europea accetti il fatto che la crisi finanziaria mondiale non ha avuto inizio in Islanda, ritiene che il crollo delle banche islandesi non sia stato causato da eventi esterni e rimprovera all’Islanda la carenza di misure preventive nel settore bancario e nelle autorità preposte al suo controllo.

Olafur Ragnar Grìmsson vinse le elezioni dirette per la presidenza della repubblica per la prima volta nel 1996, con il quarantuno per cento dei consensi ed un ampio margine sugli altri candidati: all’epoca era divenuto noto soprattutto per la sua opposizione alla presenza della base della Nato a Keflavìk.

Grìmsson, poi rieletto nel 2000, nel 2004 e nel 2008 e infine in queste elezioni (il mandato dura 4 anni), ha anche insegnato Scienze Politiche alla Università d’Islanda: viene dal partito che è stato a lungo il più a sinistra nel panorama politico islandese (il People’s Alliance, poi confluito dal 1998 nella “Alleanza Socialdemocratica”), ma fin dalla prima campagna presidenziale nel 1996 si è presentato agli elettori come candidato indipendente.

L’attuale presidente è noto per le sue opinioni ambientaliste, nel 2009 ha affermato che crisi finanziaria, necessità di una rivoluzione verde e nel 1996 cambiamento climatico sono le questioni più importanti nel mondo di oggi e che nessuno di questi tre problemi può essere risolto senza gli altri due,  perciò è diventato l’iniziatore di una tavola rotonda globale sul cambiamento climatico ed ha usato spesso come argomento l’esempio dell’energia geotermica, sufficiente ad una gran parte del fabbisogno in Islanda.

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