Crisi. La Spagna al capolinea. Proteste in tutto il paese. LE FOTO

ROMA – La Spagna è attraversata in queste ore da una marea umana che ha espresso la sua opposizione ai provvedimenti imposti dal Partito Popolare, misure approvate dal parlamento che non sono altro che l’aumento delle imposte sul reddito e dell’IRPEF per i lavoratori autonomi, la sospensione della tredicesima, i tagli ai sussidi di disoccupazione, i licenziamenti nelle imprese pubbliche.

La protesta dilaga di fronte a questi provvedimenti e a poche ore dalla riunione dell’eurogruppo straordinario tra ministri delle finanze europei che dovranno pronunciarsi sul piano di aiuti al paese che prevede uno stanziamento di fondi che serviranno a salvare le banche in dissesto nell’estremo tentativo di attenuare le pressioni sui titoli del debito pubblico, con uno spread che oggi, per la Spagna, ha raggiunto livelli mai visti: 591 punti.
Ma i cittadini non ci stanno e centinaia di migliaia di persone sono scese nelle strade principali di 80 città spagnole. I manifestanti hanno invaso il centro di Madrid e Barcellona, in risposta alla chiamata delle grandi sigle sindacali, le Commissioni Operaie (CCOO) e l’Unione Generale dei Lavoratori (UGT), e sostenuto anche da altre organizzazioni sociali, dal movimento degli indignati, in una manifestazione di unità davvero imponente. Stanchi di dover pagare il costo della crisi, migliaia di cittadini hanno occupato le strade, da nord a sud, a Bilbao, Vigo, Siviglia e Valencia al grido di “¡Que se jodan!”.

Con lo slogan “La cultura non è un lusso” invece, attori, registi e operatori del mondo della cultura sono stati i primi a dimostrare a Barcellona e Madrid, di fronte al Ministero della Cultura.
A Madrid, prima dell’inizio della marcia, i leader di CCOO e UGT, rispettivamente Ignacio Fernandez Toxo e Candido Mendez, hanno chiesto al governo di correggere le politiche di austerità minacciando nuove proteste. Toxo ha chiesto a Rajoy un referendum per convalidare le decisione prese. “Sta mettendo in atto una frode alla democrazia prendendo decisioni che non erano nel loro programma” ha detto. Vigili del fuoco, poliziotti, insegnanti, dipendenti del settore sanitario, studenti, professionisti e disoccupati si sono uniti alla protesta e hanno chiesto le dimissioni di Rajoy e uno sciopero generale. La stessa immagine si è ripetuta a Barcellona e in 80 città del paese, dove la marcia riempito le strade.

 

Le foto

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