Sudafrica. Scontri in miniera. Oltre 36 morti

JOHANNESBURG – Sono almeno 36 le vittime causate dagli scontri fra polizia sudafricana e minatori in sciopero a Marikana, nel NordOvest del Paese.

Lo ha riferito il ministero della Salute del governo provinciale. Nella miniera di platino della britannica Lonmin era stato indetto uno sciopero all’inizio di agosto per una disputa sui salari dei circa 3.000 minatori. Gli agenti sarebbero stati attaccati da un gruppo armato di bastoni e machete e avrebbero aperto il fuoco su migliaia di lavoratori accampati da una settimana nei pressi della miniera che si erano rifiutati di disperdersi dopo aver respinto un ultimatum
della direzione della miniera che aveva intimato loro di riprendere il lavoro, pena il licenziamento.
Il ministro della Polizia Nathi Mthethwa  ha condannato le violenze, sottolineando che la polizia aveva negoziato per tre giorni con gli scioperanti. «Questo non doveva accadere  – ha riferito –  abbiamo sempre insistito sul fatto che abbiamo delle leggi in questo Paese che permettono alle persone di scioperare, di riunirsi per manifestare, e crediamo che le persone non dovrebbero ignorare questi pilastri del nostro sistema (…) è una situazione terribile per tutti».
Domenica scorsa, 10 persone era state uccise durante scontri fra polizia e sostenitori dei sindacati locali presso la stessa miniera dove i minatori sono in sciopero per chiedere salari migliori.

Per i sindacati, l’unione nazionale dei minatori, gli agenti avrebbero aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla. “Siamo addolorati per queste perdite di vite umane. il bilancio che noi abbiamo è di 36 persone rimaste uccise», ha dichiarato il segretario generale del sindacato, Frans Baleni. La miniera al centro delle proteste è gestita dalla società Lonmin, il terzo più grande produttore di platino del mondo.Nel sito a 100 km da Johannnesburg lavorano oltre 3.000 minatori guadagnando in media 400 euro al mese, che reclamano un aumento dello stipendio pari al triplo della paga attuale.
L’azienda non intende cedere e minaccia di licenziare in massa i dipendenti se non si porrà fine alle dimostrazioni. Intanto secondo fonti locali numerose persone sono rimaste ferite mentre il numero dei morti continua a salire.

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