Nelle ditte cinesi legate alla Samsung “operai trattati come bestie”

PECHINO – Samsung di nuovo nell’occhio del ciclone dopo la sentenza americana che l’ha condannata per violazione dei brevetti industriali.

Questa volta si tratta però della drammatica situazione dei diritti dei suoi lavoratori all’interno delle fabbriche cinesi. La violazione delle norme sul lavoro è stata denunciata dal China Labor Watch, un’associazione con base negli Stati Uniti che monitora la situazione degli operai cinesi, la quale ha accusato la Heg Electronics (succursale cinese della Samsung) di trattare “come bestie” gli operai.

La società cinese assembla cellulari per il colosso coreano nella città cinese di Huizhou. Secondo il rapporto del China Labor essa utilizzerebbe manodopera con età inferiore ai 16 anni, costringerebbe gli operai a straordinari non pagati inoltre ai lavoratori che richiedono migliori condizioni di lavoro verrebbe  trattenuto il salario mensile (circa 250 dollari).  Frequenti  poi”gli abusi verbali e fisici” da parte degli ispettori che lavorano nella fabbrica. Sotto inchiesta altre 5 fabbriche sparse per la provincia dell’Henan.

Da parte sua, la Samsung ha annunciato di aver già avviato l’ispezione di 250 ditte fornitrice cinesi: le ispezioni verranno effettuate su 105 ditte cinesi che hanno contratti di esclusiva con Samsung, mentre altre 144 aziende cinesi dovranno fornire una documentazione che provi il loro allineamento alla legislazione sul lavoro. “Stiamo mettendo in pratica un piano rigoroso – fa sapere Samsung – che eviti eventuali violazioni”. La prima ispezione verrà effettata da una squadra di 100 addetti a partire dalla fine del mese.

Le condizioni denunciate dal China Labor all’interno delle fabbriche legate alla Samsung sono di fatto più o meno le stesse di tutto il sistema industriale cinese.  Il governo comunista non permette infatti ai sindacati di operare sul proprio territorio e le violazioni ai diritti dei lavoratori vengono denunciate da anni. Kevin Slaten, portavoce del gruppo, conferma: “Nell’industria elettronica queste cose accadono dovunque, non sono ristrette alla Samsung“.

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