Tunisia. Incidenti dopo preghiera del Venerdi

 

TUNISI – Scontri, nel centro di Tunisi, tra fedeli appena usciti dalla moschea di El Fateh e le forze di polizia che presidiavano le zone dove non era stato vietato, come nelle precedenti settimane, l’accesso alle autovetture.

Incidenti più gravi si sono registrati a Sidi Bouzid, dove la polizia ha risposto ai disordini lanciando granate lacrimogene.

Gli incidenti a Tunisi sono scoppiati in modo inatteso, perché niente lo faceva temere. Anche se i fedeli hanno già cominciato a defluire dal piazzale davanti alla moschea (che si trova nel centro della città, a poche centinaia di metri da Avenue Boughiba, e viene ritenuta un bastione salafita) la tensione resta molto alta. 

Ben più grave quanto accaduto a Sidi Bouzid, che si trova in una zona della Tunisia colpita da una gravissima crisi economica e che, anche nel recente passato, è stata teatro di manifestazioni di piazza, poi degenerate in sconti con le forze di polizia. Sidi Bouzid è la città dove, nel dicembre del 2010, si diede fuoco un giovane commerciante ambulante, Mohamed Bouazizi, morto a distanza di giorni. La sua fine diede il via alle proteste che portarono alla «rivoluzione» e, quindi, alla caduta del regime del presidente Zine El Abidine Ben Ali.

Secondo quanto riferisce il sito Tunisie Numerique, è probabile che ad alimentare la rabbia degli islamici sia l’incertezza sulla fine dei lavori dell’Assemblea costituente, che potrebbe non essere in condizione di rispettare la data ufficiale del 23 ottobre per concludere il suo lavoro. 

La futura Costituzione è, infatti, al centro di vivaci discussioni, soprattutto nelle parti che riguardano il rapporto tra lo Stato e la religione. 

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