Russia: per Ong Memorial forte il rischio di tornare alle repressioni dell’Urss

Il rischio di tornare alle repressioni dell’Urss è un fatto reale nella Russia di Putin: a denunciarlo è la ong Memorial proprio oggi, in occasione della Giornata della Memoria delle vittime delle Grandi Purghe sovietiche.

«Quest’anno, il 30 ottobre non ricorre solo la Giornata dedicata al ricordo delle vittime delle repressioni nell’Urss, ma anche la Giornata del prigioniero politico nella Russia di oggi», scrive la Ong in un comunicato diffuso alla stampa.

In tutta la città di Mosca si sono svolte manifestazioni e raduni incentrati sul ricordo e sul sostegno dei prigionieri politici odierni: alcune centinaia di persone hanno assistito ad una messa celebrata nella periferia di Butovo, dove in una fossa comune riposano 20mila persone fucilate in epoca staliniana, mentre in piazza Pushkin c’è stata una manifestazione non autorizzata a sostegno di chi oggi è in prigione per le sue idee ed azioni pacifiche contro il potere.

Ieri invece, sempre nella Capitale, sulla piazza della Lubianka (ex sede del Kgb ed oggi sede dei servizi segreti Fsb) sono stati letti – come da tradizione – i nomi e le età delle vittime del regime sovietico da parte di parenti e discendenti, di fronte ad un pubblico di oltre 1.000 persone. Le autorità non erano presenti.

Secondo le stime di Memorial, almeno 11,5 milioni di persone sono state le vittime delle Grandi Purghe durante l’Urss, inclusi 1,2 milioni di giustiziati con colpi d’arma da fuoco. Ma quel che è più emblematico viene rivelato da un sondaggio dell’istituto Fom secondo il quale, rispetto al 2011, in Russia aumentano i negazionisti sul terrore: il 62% degli interpellati sa che le repressioni ebbero luogo nell’Unione Sovietica, ma il 41% di loro non sa spiegare i motivi che ne furono alla base. Il 16% ritiene non vi siano state, il 22% non sa rispondere.

Condividi sui social

Articoli correlati