Argentina in piazza contro la ‘Presidenta’ Cristina Kirchner

BUENOS AIRES – Maxi-manifestazione  ieri sera contro il governo della peronista Cristina Fernandez de Kirchner nel centro di Buenos Aires e in altre città del paese.

La marcia, che potrebbe diventare la più grande manifestazione dell’opposizione degli ultimi dieci, riprende ed amplifica alcuni dei punti della protesta organizzata via web lo scorso 13 settembre, alla quale presero parte decine di migliaia di persone.

Le principali ragioni della protesta sono l’inflazione (secondo i dati del governo al di sotto del 10%, nella realtà tra il 25% e il 27%), le restrizioni all’acquisto delle valute estere, l’insicurezza e la corruzione. 

«SÌ alla Democrazia, NO alla rielezione», afferma d’altra parte uno dei tanti messaggi circolati via twitter o facebook, riferendosi all’ipotesi di una riforma costituzionale che permetta una seconda rielezione della ‘presidenta’, iniziativa alla quale la Fernandez de Kirchner non si è mai riferita in modo esplicito.

Secondo diversi sondaggi pubblicati in questi giorni, la presidente ha avuto un netto calo nel sostegno dell’opinione pubblica nel corso dell’ultimo anno, e cioè dall’ottobre del 2011, quando vinse le elezioni con il 54% dei voti.

A contestare il governo peronista c’è un movimento molto eterogeneo, nato nelle ultime settimane sulle reti sociali ma il cui simbolo è un tradizionale metodo di protesta in Argentina,e cioè i ‘cacerolazos’: molte dei manifestanti che percorrono le ‘avenidas’ Santa Fè e 9 de julio, per poi convogliare sulla Plaza de Mayo, battono sulle pentole e altri oggetti per esprimere il proprio scontento.

Secondo il governo, a protestare oggi sono i rappresentanti di settori minoritari e privilegiati, della «classe media-alta», sottolineano diversi esponenti dell’esecutivoperonista.

Senza mai riferirsi alle proteste, la presidente ha da partesua ricordato che il governo «non molla mai, neppure nei peggiori momenti, quando si capisce chi sono i veri dirigenti di un paese». Due-tre ore prima dell’avvio del maxi-cacerolazo a Buenos Aires, anche in altre capitali del mondo sono scattate proteste – spesso con non più di qualche decina di persone – davanti alle rappresentanze diplomatiche argentine. Sui propri web, numerosi media dell’opposizione hanno subito pubblicato fotografie e filmati, per lo più trasmesse attraverso le reti sociali, che ritraggono le immagini di città quali Madrid, Barcellona e alcune capitali latinoamericane.

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