Usa. Cittadini protestano al Congresso. Bandite le armi da fuoco

«Bisogna fermare questo bagno di sangue», chiedono ai politici

NEW YORK – I familiari delle vittime di alcune delle recenti sparatorie avvenute negli Stati Uniti si sono radunati davanti al Congresso di Washington per chiedere ai politici la messa al bando delle armi da fuoco. In una lettera aperta alla Casa Bianca hanno chiesto un’«azione rapida».

«Non è una questione politica, bisogna evitare divisioni tra i partiti in materia di controllo delle armi» ha denunciato il padre di un sopravvissuto alla strage del 14 dicembre di Newtown. «Bisogna fermare questo bagno di sangue», è stato invece l’appello della madre di una ragazza morta lo scorso luglio sotto i colpi di James Holmes nella sparatoria al cinema di Aurora (Colorado).

L’iniziativa è stata promossa dalla Brady, una delle maggiori organizzazioni per il controllo delle armi, nata a Washington nel 1974 e che oggi conta su quasi 30.000 membri. Ad avere preso parte alla manifestazione, ci sono stati alcuni famigliari dei giovani che hanno perso la vita nelle sparatorie di Aurora (22 luglio 2012, 12 morti), Blacksburg (Virginia, 16 aprile 2007, 32 morti) e Columbine (Colorado, 20 aprile 1999, 13 morti). È stata inoltre lanciata da 32 genitori una petizione sul sito internet www.wearebetterthanthis.org per chiedere la limitazione delle armi da fuoco.

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