A New Delhi i funerali della ragazza violentata, figlia dell’India

ROMA – Non si sa neppure il nome di questa giovani ragazza indiana, di appena 23 anni, morta ieri in un ospedale a Singapore dopo essere stata stuprata su un bus da un gruppo di sei uomini. L’India è ancora sotto choc da questo episodio, che non è purtroppo l’unico, ma che ha segnato l’opinione pubblica per la sua efferatezza.

La salma della giovane è stata accolta da premier Manmohan Singh e dal presidente del Partito del Congresso, Sonia Gandhi. La cerimonia funebre si è svolta alla presenza dei familiari e di alcuni dirigenti politici e il corpo è stato cremato su una pira funebre, in conformità ai dettami della tradizione indù.
Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha condannato la morte della giovane indiana vittima giovedì scorso di uno stupro collettivo su un autobus di Nuova Delhi. «Le violenze contro le donne non devono mai essere accettate, mai giustificate, mai tollerate: ogni donna ha il diritto di essere rispettata, valorizzata e protetta», ha dichiarato un portavoce del Segretario.

La giovane – soprannominata dalla stampa “figlia dell’India” , avrebbe dovuto sposarsi nel febbraio prossimo. Il  fidanzato è stato anch’egli vittima dell’aggressione: la coppia, infatti, era uscita dal cinema ed è stata attaccata a bordo di un autobus da sei persone, fra cui l’autista del mezzo, e i corpi sono stati poi gettati dal veicolo in corsa.

In moltissime città sono state organizzate delle veglie come nella stessa New Delhi. I partecipanti hanno pregato per la studentessa, ma hanno anche invocato la pena di morti per gli stupratori.

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