Caso marò. L’India contro la decisione della Farnesina. Scelta inaccetabile

NEW DELHI  – Il governo indiano studia le contromosse sul caso marò, ma intanto l’opposizione è furiosa per la decisione della Farnesina di non far rientrare a New Delhi, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il premier Manmohan Singh ha definito la decisione italiana «inaccettabile» e ha detto che il governo sta valutando il da farsi.

Il ministro degli Esteri, Salman Khurshid, ha fatto sapere che risponderà solo dopo avere letto la lettera mandata dal governo italiano: «Non si può rispondere in maniera istintiva». Il premier del Kerala, Oommen Chandy, ha definito inaccettabile la decisione di non far tornate in India i due fucilieri del Battaglione San Marco, accusati della morte di due pescatori locali scambiati per pirati. «Andrò a New Delhi in serata (oggi, ndr.) e affronterò la questione con il ministro degli Esteri. Stiamo anche cercando di affrontare il problema da un punto di vista legale», ha detto ai giornalisti indiani; il chief minister del Kerala vuole anche incontrare Manmohan Singh sulla questione. E intanto l’opposizione tuona.

Particolarmente duro il Bjp (Bharatiya Janata Party), il partito nazionalista indù, che nelle scorse settimane era stato molto polemico anche sullo scandalo di Finmeccanica e protagonista di una campagna contro Sonia Gandhi proprio perchè italiana. «Hanno bluffato, è un tradimento», ha detto il deputato portavoce, Rajiv Pratap Rudy. «I due militari italiani devono essere riportati indietro, giudicati da un tribunale indiano»; e ha preannunciato che solleverà già oggi la questione in Parlamento perchè teme che il governo indiano abbia in qualche modo colluso con quello italiano. «Perchè il governo indiano simpatizza con i marò italiani? C’è una macchinazione dietro? Il Bjp lo vuole sapere», ha aggiunto un altro portavoce, Shahnawaz Hussain.
Anche l’opposizione di sinistra pensa che qualcuno nel governo possa aver agito in tandem con Roma: «È un enorme complotto», ha detto un deputato dal Kerala.

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