Nord Corea. Pyongyang sfida gli Usa, siamo pronti all’attacco nucleare

La Russia tenta di mediare la crisi

 

SEOUL – L’esercito nordcoreano ha detto di aver avuto l’autorizzazione finale al lancio di «spietati» attacchi militari contro gli Stati Uniti, con l’impiego anche di armi nucleari. In una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale Kcna, lo Stato maggiore dell’esercito di Pyongyang ha detto che stava informando formalmente Washington che le minacce provenienti dagli Stati Uniti saranno «annientate con armi nucleari piccole, leggere e diversificate». «La spietata operazione delle nostre forze armate è stata già esaminata e ratificata», aggiunge il comunicato.

Il Pentagono ha precisato che il sistema THAAD, capace di intercettare missili a grande altitudine, sarà dispiegato a Guam «nelle prossime settimane». Gli Stati Uniti dispongono già di due cacciatorpedinieri Aegis anti-missile nel Pacifico occidentale.
 Come il Patriot, il sistema THAAD è terrestre e montato su camion. Oltre agli intercettori, il sistema comprende un radar capace di stabilire l’origine e la traiettoria di un missile. A Guam sono presenti circa 6.000 militari Usa, così come sottomarini e bombardieri B-52. «Gli Stati Uniti rimangono vigili di fronte alle provocazioni nordcoreane e si preparano a difendere il territorio americano, i nostri alleati e i nostri interessi nazionali», ha sottolineato il Pentagono in un comunicato.

La mediazione russa

Nel frattempo Mosca, che  è interessata a mantenere lo status quo,  è completamente calata nel ruolo del mediatore che invita alla prudenza nella crisi tra le due Coree. Lo ha detto a TMNews Kirill Koktysh, docente di teoria politica all’Università Mgimo di Mosca, dopo che la Russia ha messo in guardia da un escalation di «dichiarazioni bellicose» a fronte di quello che ha definito ieri una «situazione esplosiva». «Esortiamo tutte le parti ad astenersi da dichiarazioni o azioni che potrebbero ulteriormente complicare la situazione,» ha detto il vice ministro degli esteri russo Igor Morgulov, che appena dieci giorni orsono aveva incontrato Glyn Davies, inviato speciale Usa per la Corea del Nord. «Pyongyang alza sempre la voce quando le serve aiuto economico» continua Koktysh. Insomma l’imperativo per la Russia è usare cautela diplomatica sul paese flagellato dalla carestia ma dotato di armi nucleari, dopo che oggi la Casa Bianca ha chiesto alla Corea del Nord di porre fine alle provocazioni di retorica belligerante.

L’escalation delle tensioni nella regione è stata innescata dai test nucleari nordcoreani, in risposta ai quali il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato all’unanimità per nuove sanzioni. «Come sapete – ha spiegato ieri il vice di Sergey Lavrov – la Corea del Nord ha reagito molto bruscamente alla Risoluzione 2094». E già lo stesso Lavrov nei giorni scorsi aveva messo in guardia dal rischio che «la situazione vada fuori controllo» e che «si scivoli in una spirale».

 

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