Indonesia. Malati psichiatrici senza cure, legati a muro in mezzo alle feci. Inferno allo Yahasan Galuh

BEKASI – Incatenati in un ospedale psichiatrico fatiscente, senza latrine e senza le necessarie cure mediche. Spesso senza nemmeno una diagnosi specifica. E’ quanto sta accadendo al manicomio Yahasan Galuh, non lontano dal centro cittadino di Bekasi, a trenta minuti da Giacarta, in Indonesia.

Secondo quanto si apprende dalla stampa internazionale circa la metà dei pazienti sono rinchiusi in un metro quadrato, legati a colonne. Spesso nella condizione di defecare nello stesso spazio in cui dormono. Da quelle parti lo chiamano il metodo “Pasung”. Ma in sostanza si tratta di gettare pazienti con malattie mentali dentro ad un recinto, coperti da un tetto piccolissimo che non è idoneo a reggere gli acquazzoni più violenti. Al momento sarebbero 250 le persone nella struttura. Ma da lì sarebbero passati in almeno 20 mila. Molti di essi passano la giornata nudi e sporchi, con le mosche che punzecchiano la sporcizia. Spesso per non ricevere nemmeno le giuste medicine. “Non abbiamo i fondi necessari” fanno sapere. “Il sussidio del governo basta solo per il 30% delle spese. Il resto è donazione privata” fa sapere Efe Nina, uno dei responsabili della struttura ospedaliera. Lì spesso capita che i malati di mente portino infamia a tutta la famiglia. Così vengono portati in strutture “alla meno peggio” per paura del giudizio degli altri. Tutto questo potrebbe passare in secondo piano se si esulasse dall’etnocentrismo europeo, che ci fa giudicare in negativo le differenze tra i nostri standard elevati e le situazioni delle zone più povere del mondo. O quantomeno quelle che vengono chiamati gli ex poveri, dati economici alla mano. Ma spesso a finire in questa condizione, in Indonesia, sono persone che hanno la colpa di provare emozioni forti. A tratti colleriche. Situazioni che in altre culture sarebbero semplicemente persone bizzarre. Non malati da struttura psichiatrica. In Indonesia, questa differenza non c’è. Il problema della pseudo-classificazione delle malattie mentali è ben più ampio. E ci porta dritti dritti all’economia. Secondo quanto emerge dalle opinioni degli esperti asiatici, la situazione meriterebbe più attenzione di un misero 4% di bilancio sanitario dello stato. Ma spesso la politica è specchio della società anche dall’altro capo del mondo. E le persone che debbono finire a margine della società perché affette da un mix tra tabù e malattia, fa si che venga destinato loro una somma equiparabile a quella di un animale da recinto.

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