Francia. Altro guaio giudiziario per Sarkozy. 50 milioni illeciti provenienti dalla Libia di Gheddafi

PARIGI – L’ufficio del procuratore di Parigi ha aperto un fascicolo di inchiesta penale ai danni di Nicolas Sarkozy. L’ex presidente della Repubblica, sconfitto alle scorse elezioni dai socialisti guidati da François Hollande, avrebbe ricevuto finanziamenti illeciti da parte del colonnello libico Mu’ammar Gheddafi.

Secondo quanto riporta la stampa francese l’accusa ai danni del leader del Ump è quella di corruzione, traffico di influenze, riciclaggio, falso, uso del falso, complicità, abuso dei beni sociali e occultamento.

Una questione non nuova, a dirla tutta. Da tempo la voce sulle possibili irregolarità nel finanziamento della campagna presidenziale del 2007 del rimpianto leader politico circola nei corridoi parigini. Accuse di finanziamento illecito sempre respinte al mittente sin da quando sie erano ingigantite dalle accuse dell’uomo d’affari Ziad Takkiedine. 50 milioni di euro, ma forse anche di più, provenienti direttamente dalle casse del colonnello e giunte alla destra francese per ottenere favori. Si parla di contratti per la fornitura di servizi di cifratura e protezione delle comunicazione militari e di fabbricazione di carte d’identità con microchip. Almeno queste sono le cifre date in anteprima dal sito Mediapart, lo stesso sito che aveva diffuso le intercettazioni telefoniche di Jerhome Cahuzac sui conti in svizzera e che hanno portato alle dimissioni e alla condanna dell’attuale ministro del bilancio del governo di Ayrault. L’apertura del fascicolo penale a carico dell’esponente conservatore parigino è un boomerang che parte proprio dall’accusa di falso e uso del falso, e pubblicazione di notizie false che Nicolas Sarkozy aveva presentato ai giudici contro Mediapart.

Ma le accuse ai danni di Sarkozy non si esauriscono qui. Sulla “fedina penale politica” di Sarkò pendono anche le accuse di circonvenzione di incapace ai danni della simpatica vecchietta Liliane Bettencourt, l’ultima erede della dinastia della L’oreal, alla quali avrebbe sfilato almeno 800 mila euro. Niente a confronto della disponibilità della donna. Ma l’immagine di Sarkozy che deruba una donna di età avanzata rimane negli occhi dei francesi. Così come il rischio di carcere per che colui che voleva tornare a furor di popolo alla guida dell’Ump. Solo per l’affaire Bettencurt-Sarkozy rischia una pena detentiva di almeno tre anni, l’ineleggibilità e la sospensione dei diritti civili per lui e per la sua famiglia per almeno cinque anni. Oltre ovviamente a una pena pecuniaria di almeno 375mila euro.

 

Ma le accuse ai suoi danni non finiscono qui. Su Sarkozy aleggiano i dubbi di un possibile coinvolgimento nella questione Lagarde-Tapie e la Credit Lyonnais: una storia di corruzione molto ingarbugliata che secondo l’accusa vedrebbe l’ex fedelissimo ministro di Sarkozy, ora diventata direttrice del Fondo Monetario Internazionale, immischiata nella vicenda del maxi-risarcimento a favore dell’imprenditore Tapie. Politico prima socialista poi conservatore molto legato all’allora presidente della repubblica, che sarebbe stato sfavorito da una serie di operazioni legate alla banca lionese. Una battaglia culminata un modo sproporzionatamente a favore di Tapie, che ha potuto giovare 240 milioni di risarcimento derivanti da un arbitrato privato anziché di quello pubblico. Tutto grazie al contributo della Lagarde, forse su input di Sarkozy. Anche su questo i giudici francesi stanno indagando. Se ne saprà di più a fine maggio, quando è stata convocata la Lagarde nelle sedi giudiziarie parigine.

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