Pakistan. Morto in agguato il magistrato che accusava Musharraf della morte di Benazir Bhutto

ISLAMABAD – Trucidato da almeno dodici proiettili sparati da due sicari in moto. E’ morto in un agguato mentre era a bordo della sua auto Chaudhry Zulfiqar, il procuratore capo nel processo Benazir Bhutto, la leader dell’opposizione pakistana uccisa durante la dittatura di Pervez Musharraf.

A rendere nota la notizia della morte del magistrato è stata la polizia pachistana che ha reso noto le modalità dell’omicidio, avvenuto nelle prime ore della mattinata, mentre Zulfiqar era a bordo della sua auto. Ferito gravemente, il magistrato è morto poco dopo la sparatoria, mentre stava ricevendo le cure del caso presso il vicino ospedale. Nell’agguato è morto una passante, mentre la sua guardia del corpo è stata ferita gravemente.

Il magistrato era considerato il primo grande accusatore di Pervez Musharraf, il golpista militare al governo dal 1998 al 2007, e che in curriculum ha l’aver sospeso la Costituzione, aver destituito i giudici della Corte Suprema e fatto arrestare 60 togati. Solo per dare qualche dettaglio sulla carriera da dittatore. Musharraf, salito alla cronaca mondiale per esser ritornato in patria dopo l’esodo che si era auto imposto in vista delle prossime elezioni, ma anche per esser scappato dal tribunale al momento della lettura della condanna, è accusato anche per l’uccisione di Benazir Bhutto nel 2007. La leader dell’opposizione fu uccisa durante un duplice agguato mentre era diretto al Palazzo di Giustizia di Rawalpindi, la città-gemella della capitale. Tra i suoi principali accusatori c’è anche il figlio di Benazir, Bilawal Bhutto Zardari, successore della madre alla guida del Partito Popolare del Pakistan, la forza principale del governo del post Musharraf, il primo giunto a scadenza naturale di mandato nella storia. Un’ulteriore uccisione alla vigilia delle elezioni del prossimo 11 maggio. Molti leader politici, in campagna elettorale per un posto nel parlamento sono stati recentemente uccisi in agguati. Tutto questo una situazione avversa alla democrazia e favorevole al ritorno alla Shaaria, la legge islamica. Una mina nel futuro pachistano, solo ieri scosso da nuove frizioni con l’India per via della morte di Singh Sarabjit, il detenuto indiano ucciso a colpi di mattone da detenuti pachistani. Era accusato di essere una spia e un fomentatore di folle.

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