Siria. Cacciabombardieri israeliani bombardano deposito di armi. Nessun intervento Usa

TARTUS – Lo aveva annunciato la Cnn. Ma conferme sono giunte anche dall’inviato della Rai Filippo Landi: Israele ha attaccato la Siria. E’ avvenuto nella notte tra giovedì e ieri, presso la città costiera di Banyas. Un raid aereo con finalizzato alla distruzione dei depositi di armi.

Ben 16 i caccia e velivoli da guerra elettronica che sono penetrati in Siria dopo aver sorvolato il territorio libanese. Successivamente i jet avrebbero attaccato i siti dove si presume che fossero stivati dei missili del regime di Assad. Armi che secondo i bene informati erano destinati ai miliziani filo-iraniani dell’Hezbollah. Più volte il governo israeliano aveva indicato che qualora si fossero verificate le condizioni, sarebbero intervenuti per impedire il passaggio di armi ritenute «strategiche». Il timore di Gerusalemme è che che Bashar Assad voglia consegnare missili terra-terra a lungo raggio e altri apparati ai miliziani libanesi. Di qui l’attacco, non certo il primo di questo tipo.

Secondo le organizzazioni internazionali umanitarie che sono sul fronte siriano, moltissimi civili sunniti sarebbero scappati dalla cittadina portuale di Baynes per sfuggire ad un attacco sanguinoso. Sulla scia di quanto avvenuto recentemente nella vicina cittadina di Bayda.

Il tutto mentre le comunità internazionali si interrogano su come intervenire in un conflitto giunto a quasi 800 giorni di cruente battaglie. Nonostante le pressioni che stanno ricevendo dagli Francia, Regno Unito, gli stati Uniti hanno dichiarato che le truppe non saranno inviate. Lo ha fatto per bocca di Barack Obama: “Non vedo uno scenario di questo tipo. Non sarebbe bene non solo per l’America ma neppure per la Siria”. In particolare, secondo quanto si apprende, dopo quanto avvenuto in Afghanistan e in Iraq, un intervento a stelle e strisce non farebbe altro che alimentare il sentimento anti-americano nella regione. Mentre qualcuno obietta che qualcosa, comunque Washington farà. Magari armando i ribelli. Tutto questo che vi siano prove inconfutabili di utilizzo di armi chimiche da parte di Assad. La linea rossa da non oltrepassare. Il limite che delinea l’interventismo e la strategia attendista.

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