Dietrofront in Guatemala

Verdetto annullato contro l’ex dittatore Rios Montt.

La Corte costituzionale ha annullato per vizi di procedura la condanna dell’ex dittatore José Efrain Rios Montt a 80 anni di carcere per genocidio e crimini di guerra, per il massacro della popolazione Ixil, emessa solo dieci giorni fa, il 10 maggio.
Con una decisione presa a maggioranza, 3 a 2, i giudici della Corte Suprema del paese hanno determinato la revisione del processo che aveva condannato Rios Montt a 80 anni di prigione e ha ordinato un nuovo processo che ripartirà dalla data del 19 aprile.
I giudici del paese centroamericano hanno deliberato a favore di Rios Montt dopo il ricorso presentato dai suoi avvocati. La Corte Costituzionale ha ordinato di ricominciare il giudizio a partire dalla data del 19 aprile, argomentando la sentenza con il fatto che il Tribunale non ha preso in considerazione la ricusazione di due membri della magistratura giudicante da parte di Francis García Gudiel, difensore di Ríos Montt. Questa sentenza ha avuto come effetto l’annullamento della condanna dell’ex dittatore a 80 anni di carcere e dell’assoluzione del generale José Rodríguez, capo dell’Intelligence militare all’epoca dei fatti, che dovrà quindi sedere nuovamente sul banco degli imputati. Ricomincia dunque il processo a Rios Montt, 86 anni, e Rodriguez, che era a capo della direzione dei servizi segreti militari durante quel periodo. I due affronteranno nuovamente le accuse di genocidio e crimini di guerra. La difesa dell’ex generale aveva presentato circa 130 azioni legali per cercare di frenare, sospendere o invalidare il processo con il chiaro scopo di garantire all’ex dittatore l’impunità cercando anche di far applicare l’amnistia del 1986. Nella sentenza di condanna, ora annullata, la giudice Jazmín Barrios dichiarava che “Abbiamo considerato che la condotta dell’accusato Ríos Montt s’inquadri nel delitto di genocidio in qualità di autore e per questo si deve imporre la pena prevista dalla legge. Siamo totalmente convinti del fatto che esistesse la volontà di distruggere fisicamente l’area Ixil”. Secondo la tesi dell’accusa e dei difensori delle vittime, il generale era responsabile di 17 massacri, 1.771 morti e lo sfollamento di circa 30 mila persone.
La Corte aveva riconosciuto l’ex dittatore colpevole di genocidio (50 anni) e di delitti di lesa umanità (30 anni), commessi contro la popolazione Ixil durante il periodo in cui ha governato il Paese (1982-83). José Mauricio Rodríguez Sánchez invece era stato invece assolto dalle stesse imputazioni.

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