Francia. Arrestato l’aggressore del soldato. Il Dna inchioda esponente dell’islam radicale

PARIGI – Ha ventidue anni e sarebbe “vicino all’islam radicale”. Svolta nelle indagini sull’aggressore del soldato dello scorso sabato. Una nota del ministero degli interni ha comunicato l’arresto del presunto aggressore di Cédric Cordier, 23 anni, accoltellato con un taglierino al collo durante la perlustrazione antiterrorismo Vigipirate, nel quartiere la Défense di Parigi.

Una fuga durata appena pochi giorni, poi l’arresto, avvenuto nelle prime ore dell’alba di stamane. Alexandre, questo il nome, si era dato alla fuga lo scorso sabato subito dopo l’aggressione, facendo perdere le proprie tracce. La certezza degli inquirenti è manifestata dalla prova regina di ogni delitto o aggressione: il Dna. Identico a quello trovato all’interno di un contenitore all’interno di una busta di plastica lasciata cadere al momento dell’aggressione dal killer. Indizi che hanno permesso l’arresto immediato.

Alexander è originario di Trappes, cittadina popolare alle porte di Parigi. Ma negli ultimi tempi era un vagabondo senza fissa dimora. Al momento dell’arresto alloggiava a casa di conoscenti. Non solo ha ammesso i fatti a lui imputati, ma ha anche dato delle motivazioni di stampo religioso per il suo gesto folle. Inoltre avrebbe opinato il fatto che sarebbero centinaia di persone in Francia che come lui sarebbero pronti a compiere gesti simili al suo.

Va detto che il ventiduenne era già conosciuto alla Gendarmerie per reati di piccola entità. Secondo quanto avrebbe dichiarato fa parte di un partito islamista da al meno tre o quattro anni. Ma non era conosciuto come esponente Jihadista.

Dichiarazioni che stridono parzialmente con quanto comunicato in prima mattinata dal ministro degli interni francese Manuel Valls, che nel comunicare l’arresto, aveva dichiarato che “non si poteva parlare di un caso di islamismo radicale”. Secondo il ministro il folle gesto sarebbe più imputabile a motivazioni legate a condizioni familiari che altro. “Si tratterebbe di una buona notizia visto che non sappiamo se si tratta di un persona che poteva essere incline ad altri gesti folli”.

Nonostante queste incertezze si può senza dubbio far calare il sipario del un possibile legame con i fatti di Wooolwich, il quartiere periferico di Londra dove nel giro di pochi giorni si sono registrate due aggressioni: la prima mortale che ha visto protagonista il soldato Drummer Lee Rigby, sgozzato a colpi di machete lo scorso mercoledì, non lontano dalla caserma della Royal Artillery, il reparto di artiglieria della Regina. Un delitto le cui immagini, registrate pochi istanti dopo l’accaduto hanno fatto il giro del mondo. E che a avuto un piccolo seguito dopo appena tre giorni, con un accoltellamento di un uomo non lontano dalla zona del primo crimine.

 

 


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