Parlamento Ue tutela l’industria culturale. Non se ne fa commercio

ROMA – La petizione rivolta al Parlamento europeo e firmata da circa 5mila operatori del cinema europei, tra i quali nomi affermati come Volker Schlöndorff, Bertrand Tavernier e Costa Gavras, consegnata al Commissario europeo per la Cultura Androulla Vassiliou ha avuto il suo effetto.

L’assemblea di Strasburgo ha votato ieri la continuità dell’eccezione culturale all’interno della Partnership Transatlantica per il Commercio e gli Investimenti (TTIP). In pratica il Parlamento ha deciso che i servizi culturali e audiovisivi saranno esclusi dall’accordo di libero scambio tra Europa e Usa.

Al Festival di Cannes, 15 ministri europei della cultura, fra i quali il Ministro francese della Cultura Aurélie Filipetti ed il collega tedesco Bernd Neumann, hanno intanto siglato una risoluzione secondo la quale la Commissione europea è obbligata a conservare l’esclusione dei servizi culturali e audiovisivi nel mandato di negoziazione. La decisione finale sul mandato è nell’agenda del Consiglio europeo del 14 giugno. 

‘’ Tra poco inizierà il negoziato tra Europa e Usa e bisogna vigilare affinché l’esclusione dell’industria culturale dal negoziato per l’accordo commerciale con gli Usa, chiesta dal Parlamento europeo, sia messa in pratica e tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica’’  avvertono gli europarlamentari italiani Silvia Costa e Andrea Cozzolino, che hanno tenuto una conferenza stampa a Bruxelles  insieme al capogruppo David Sassoli.

Per l’europarlamentare democratica Silvia Costa, membro a Bruxelles della commissione Cultura “abbiamo condotto una grande battaglia, che è non solo francese ma europea, per la tutela dell’industria culturale, da sola il 7% del Pil dell’Ue. Un passo necessario per evitare la colonizzazione da parte di un’industria delle dimensioni e della capacità produttiva come quella statunitense. Una battaglia che in Italia è stata condivisa da grandi soggetti come Rai, Mediaset, Siae, Anica e dall’AgCom. Adesso è indispensabile tenere vivo il dibattito anche in Italia perché la Ue per arrivi a un accordo accettabile, a cominciare dal governo italiano, già in prima fila col ministro Bray. Ci si preoccupa molto della biodiversità, ma la diversità culturale è una ricchezza da tutelare e conservare altrettanto”.

Per il vice capodelegazione del Pd Andrea Cozzolino, che in commissione Commercio internazionale ha lavorato al dossier, “seguiremo passo passo la trattativa per verificarne la coerenza. Il Parlamento vigilerà, anche perché dagli Usa arrivano segnali su altri punti, come la questione degli Ogm, sui quali occorre attenzione”. “La partenza dell’accordo Ue-Usa – conclude – sarà decisiva anche per le altre partite che stanno per aprirsi, ossia l’accordo con Taiwan e, soprattutto, con la Cina. Trattative che segneranno profondamente questo ultimo anno di legislazione europea prima delle elezioni del 2014”.

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