Turchia. Dopo le violenze a piazza Taskim torna la calma

ISTANBUL – Dopo una notte di battaglia tra manifestanti e forze dell’ordine è tornata la calma a piazza Taksim a Istanbul, riconquistata e sgomberata dalla polizia al termine degli scontri più violenti dall’inizio del protesta contro il premier turco Recep Tayyip Erdogan.

Le squadre antisommossa ieri sera hanno attaccato con i lacrimogeni decine di migliaia di persone che gridavano «Erdogan, dimettiti!» e «Resistenza!», usando gli idranti sulla folla e dando poi la caccia a piccoli gruppi per le strade del centro di Istanbul. Alle cinque del mattino (le quattro in Italia) i camion degli spazzini raccolgono le bombolette vuote di lacrimogeni e i resti delle barricate sfondate che per dodici giorni hanno bloccato l’accesso alla piazza e al vicino Gezi Park, da cui è partita al protesta. Sulla piazza c’è una massiccia presenza di polizia, mentre migliaia di manifestanti si sono rifugiati sotto il platani del parco. Scontri sono scoppiati anche nella capitale Ankara, dove la polizia è intervenuta con gas lacrimogieni e urticanti e idranti su 5.000 manifestanti nei pressi dell’ambasciata Usa.

La polizia ieri mattina è entrata in piazza Taksim, da cui si era tenuta lontana dall’inizio delle proteste, avviando una lunga battaglia con gruppetti di dimostranti muniti di molotov e fuochi d’artificio. L’iniziativa ha colto di sorpresa i manifestanti che occupavano la piazza e che non si aspettavano assalti prima del’incontro con Erdogan previsto per oggi, il primo contatto tra il premier e la protesta. Ma ieri in giornata Erdogan ha ripreso i toni duri contro i manifestanti che hanno osato sfidarlo per la prima volta in oltre dieci anni al potere. «Questa vicenda è chiusa. Non mostreremo più alcuna tolleraza» ha detto il premier ai deputati el suo partito islamico conservatore Akp.

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